Ocse, la guerra in Ucraina affossa il Pil Italiano: nel 2022 frena al 2,5%

Secondo l'organizzazione parigina il Pil italiano dovrebbe attestarsi al 2,5% nel 2022 e all'1,2% nel 2023

Economia
Condividi su:

Guerra Ucraina e inflazione, l'Ocse taglia le stime di crescita dell'Italia. Risultati negativi rispetto ai dati Istat 

La guerra in Ucraina atterra la crescita italiana, dopo il forte rimbalzo del 6,6% del 2021. Mentre il Pil dovrebbe attestarsi al 2,5% nel 2022 e all'1,2% nel 2023. A sottolinearlo è l'Ocse nell'Economic Outlook in cui si evidenzia che "i consumi delle famiglie saranno frenati dalle persistenti pressioni inflazionistiche legate al conflitto e dall'incertezza che rallenterenno la ripresa dei servizi". Nuovi incentivi per il settore privato e il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza attenueranno parte dell'impatto negativo derivante dalle interruzioni di fornitura e dall'incertezza sugli investimenti. 

LEGGI ANCHE: Istat, giù le stime di crescita: pesano guerra e inflazione

Solo ieri l'Istat dava conto delle ultime stime: secondo l'istituto italiano la crescita, seppur rallentata dalla guerra, ci sarà: il Paese registrerà un prodotto interno lordo pari a +2,8% nel 2022, e dell'1,9% nel 2023. Quadro comunque in rallentamento rispetto al 2021, quando il Pil si è attestato in crescita del 6,6%.

Per l'Italia i principali rischi sono i prezzi e le forniture con il gas che rappresenta il 42% del consumo totale di energia. Anche i rendimenti più elevati dei titoli di stato, per le tensioni sul debito, potrebbero rallentare la crescita. Il governo si è assicurato forniture di energia rimpiazzando per quasi due terzi le importazioni di gas russe.

Accelerando gli investimenti in energie rinnovabili e incrementando l'efficienza aumenterebbe ulteriormente la sicurezza energetica. Gli incentivi fiscali, adotatti in risposta alla crisi, dovrebbero essere gradualmente ritirati. Politiche piu' mirate potrebbero supportare il potere di acquisto dei ceti piu' vulnerabili tutelandoli rispetto all'alta inflazione senza allentare gli incentivi alla transizione verde. Sara' decisivo dare attuazione alle riforme previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) compresa la giustizia civile digitalizzata e le procedure fallimentari. Lo slancio della crescita rallenterà nel 2022 a causa dell'inflazione che ridurrà il potere d'acquisto e le spese delle famiglie, prima di riprendersi gradualmente nel 2023.

Ocse, Cormann: “Non stiamo prevedendo una recessione, ma una fase di bassa crescita”

A fronte di questo scenario incerto, il segretario dell'Ocse Mathias Cormann alla conferenza stampa di presentazione del nuovo rapporto sull'economia, ha però sottolineato che non c'è nessuna recessione in vista. “Non stiamo prevedendo una recessione, ma una fase di bassa crescita”.

Cormann ha rilevato anche che “i paesi di tutto il mondo sono colpiti dall'aumento dei prezzi delle materie prime, che si aggiungono alle pressioni inflazionistiche e frenano i redditi e la spesa reali, frenando la ripresa". Tale rallentamento “è direttamente attribuibile alla guerra di aggressione non provocata e ingiustificata della Russia, che sta causando redditi reali inferiori, crescita inferiore e minori opportunità di lavoro in tutto il mondo".

Ocse, nel 2022 frenano il debito pubblico e il deficit italiano

Il report evidenzia come il rapporto debito/Pil scenderà al 150,4% nel 2022 e al 148,3% nel 2023 dal 151% del 2021 (155,4% nel 2020). In calo anche il deficit al 6,1% quest'anno e al 4,2% il prossimo dal 7,2% del 2021 (9,6% nel 2020). Questo, spiega l'organizzazione parigina, nonostante la politica fiscale del governo resterà espansiva nel 2022 per sostenere i cittadini colpiti dal rialzo dei prezzi dell'energia e dei carburanti.

La politica del governo rimane focalizzata sulla crescita e sulla riduzione graduale del sostegno fiscale per fa r tornare il debito entro il 2030 ai livelli del 2019. Gli incrementi della spesa per contrastare l'aumento dei prezzi dell'energia sono stati parzialmente compensati da maggiori entrate fiscali e dalla tassa sugli extra profitti delle società energetiche. Il tasso di disoccupazione nel 2022 calerà al 9% dal 9,5% per poi risalire al 9,3% nel 2023.

Ocse, l'Italia deve accelerare sul tema delle riforme 

Inoltre, l'Ocse evidenza come per l'Italia sia "urgente" attuare le riforme in programma per dare un segnale importante, sostenendo fiducia e crescita. Ad esempio l'assegno unico per i figli e le modifiche alle aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche sono state introdotte nel dicembre 2021 per sostenere la partecipazione al lavoro e i consumi. Il Pnrr è in corso di implementazione.

Gli investimenti pubblici hanno raggiunto il 2,9% del Pil nel 2021 e cresceranno a tassi a doppia cifra nel 2022 e 2023. Il governo ha stanziato quasi 6 miliardi di euro tra il 2022 e il 2023 per contrastare l'impatto dell'inflazione nel settore delle costruzioni. Tuttavia, i target molto ambiziosi di investimento del Pnrr sono stati interessati da ritardi. Gli investimenti programmati per circa 9,5 miliardi di euro sono stati spostati oltre il 2026, sebbene tali somme non siano state finanziate dal Recovery and Resilience Fund. 

Leggi anche: 

Referendum, Giorgetti: “Un'occasione per cambiare la giustizia"

"Giusto l'obbligo di mascherina per votare: il virus sta cambiando"

Medvedev (braccio destro di Putin): “Odio occidentali". Colera a Mariupol

Russia, Sgarbi: "Medvedev dice una cosa logica". Intervista

Governo, Borghi (Pd): "Armi a Kiev? Dobbiamo mantenere saldi i nostri impegni"

Draghi manderà ancora armi all'Ucraina...ma senza dirlo esplicitamente

Regionali, Majorino lancia le primarie: "Tre appuntamenti a ottobre"

Carolina Stramare e l'interista Radu: c'è una nuova coppia del calcio - FOTO

La principessa Anna d'Inghilterra dà da mangiare ai pinguini

Plenitude, inaugurata Feeling the Energy al Fuorisalone 2022

Adaptation Veneto, AcegasApsAmga è protagonista del webdoc

Enel X e Legambiente, insieme contro la povertà energetica