Farinetti, ora il Fico è tutto suo: fuori le Coop dal parco culinario

Tra le altre novità: Pietro Bagnasco dovrebbe sostituire Stefano Cigarini in qualità di amministratore delegato di Fico Eataly World

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Economia

Oscar Farinetti si avvia verso l'acquisizione della maggioranza del 60% di Fico Eataly World

L'imprenditore piemontese Oscar Farinetti è pronto a prendersi il 60% del parco tematico del cibo Fico Eataly World diventandone socio di maggioranza. Come riporta il Corriere di Bologna, i rapporti con Coop Alleanza 3.0, l’altro azionista nella gestione del parco – attualmente al 50% come Farinetti – sembrano essere in fase di tramonto. L’accordo verrà definito durante la prossima assemblea dei soci nella prima metà di maggio. L'intento di Oscar Farinetti è quello di risollevare le sorti del parco, con il progetto Fico Revolution. Come spiega l'imprenditore, al Corriere di Bologna: "Fico ha avuto due anni strepitosi, poi è arrivato il Covid e non siamo più riusciti a uscirne bene. Bisogna trovare un’idea geniale per riportarlo sul binario corretto". Non solo bisogna anche far quadrare i conti, che chiuderanno in rosso per questo 2023, tra i 2,5 e i 3 milioni.

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Farinetti punta sul progetto Fico Revolution

Tra i primi step del progetto c'è quello di eliminare il biglietto di ingresso, ma non solo. A guidare la Fico Revolution insieme a Farinetti ci sarà Piero Bagnasco, storico braccio destro di Farinetti, che prenderà il ruolo di Amministratore Delegato al posto di Stefano Cigarini. Di recente, anche in Eataly, altro progetto di Farinetti, l’assetto societario ha subito un cambiamento. 

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Inoltre, come riporta pambianconews.it, Investindustrial ha acquisito, infatti, il 52% della società proprietaria della catena di punti vendita e ristorazione dedicati al food made in Italy. La struttura dell’operazione ha previsto un aumento di capitale di 200 milioni di euro e un concomitante acquisto da parte di Investindustrial di una parte delle quote detenute dagli azionisti esistenti. I soci storici Eatinvest (famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo / Miroglio e Clubitaly (Tamburi Investment Partners) hanno mantenuto complessivamente il restante 48% del capitale.