Pensioni, nuovi bonus in programma in Manovra: incentivi per chi resta a lavoro

Stipendi o assegni previdenziali più alti per chi ritarda l'uscita dal lavoro

di Redazione Economia
(foto Imagoeconomica)
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Pensioni, il governo Meloni nella Manovra inserirà diversi bonus per incentivare a restare a lavoro

In questi giorni si faranno più intensi i lavori per la legge di bilancio 2025. Uno dei punti critici come spesso succede sono le pensioni. La Lega chiede Quota 41 con assegno ridotto mentre Forza Italia spinge per gli assegni minimi. Il Governo Meloni starebbe quindi pensando a nuovi bonus per chi lascia il lavoro più tardi.

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Come riportata Fanpage.it. per quest'anno andranno in scadenza Ape sociale, Opzione donna (anche se con requisiti molto più rigidi) e Quota 103. Per il 2025 ci sono diverse idee sul tavolo ma in fondi scarseggiano. In ogni caso si pensa ad incentivi per ritardare l'uscita dal lavoro, come un aumento di stipendio in cambio di qualche anno in più in ufficio sulla falsa riga del bonus Maroni. In questo caso la somma che normalmente andrebbe versata all'Inps o agli enti di previdenza privati rimangono in busta paga.

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Si parla anche di incentivi per restare sul posto del lavoro per alcune categorie come le forze armate. Oggi i medici, ad esempio, possono lavorare fino a 72 anni e gli anni successivi al compimento dei 68 anni vengono conteggiati con un valore più alto per la pensione.

Tra le ipotesi c'è anche un meccanismo che permetterà ai lavoratori dipendenti di versare parte del Tfr nei fondi di previdenza privati. L'intervento, sostenuto dalla Lega, riguarderebbe soprattutto i giovani under 35 che hanno un lavoro irregolare.

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