Petrolio, cali di produzione nel 23, più offerta nel 24 ma prezzi al top

Il petrolio raggiunge i 90 dollari al barile. Le analisi dell’EIA

di Daniele Rosa
Economia

Petrolio, Arabia Saudita e Russia mantengono i tagli fino a fine 23 

Se qualcuno sognasse un calo dei prezzi della benzina alla pompa in questo ultimo quadrimestre di fine anno puo’ tranquillamente svegliarsi e vedere la realtà che è ben diversa. Quella che, almeno fino a fine anno, nulla si muoverà in questo settore, se non al rialzo. E questa sensazione viene confermata dall’ultimo rapporto dell’Energy Information Administration (EIA) americana. Nell’analisi l’Agenzia si mostra meno ottimista sulla domanda e più ottimista invece sull’offerta entro il 2024 di petrolio. Questo potrebbe portare ad una significativa revisione al ribasso dei consumi e un leggero aumento dell’offerta da parte dei paesi non membri del cartello OPEC (l’Organizzazione del Petrolio dei Paesi esportatori). Il prezzo del petrolio greggio Brent comunque ha raggiunto i 90 dollari al barile per la prima volta quest’anno, dopo i tagli di Russia e Arabia Saudita, confermati fino a fine anno.

Petrolio, prevsioni di crescita della domanda globale fino alla fine del 2023

La preoccupazione maggiore invece resta invece  l’offerta, dopo che Russia e Arabia Saudita hanno prolungato di voler continuare a mantenere i tagli di produzione di 1,3 milioni di barili al giorno fino alla fine dell’anno. Questo produrrà di fatto un “deficit sostanziale”. Nel suo rapporto mensile sul mercato petrolifero l’AIE ha confermato le sue previsioni di crescita della domanda globale quest’anno di 2,2 milioni di barili al giorno a 101,8 milioni, ben al di sopra del precedente record del 2019, poco prima della pandemia. Al primo posto tra i consumatori mondiali c’è sicuramente la  Cina, che, in piena ripresa dopo la pandemia, avrà un bisogno maggiore per 1,6 milioni di barili al giorno (75% del totale). In più aumenteranno i consumi di cherosene per l'aviazione e per l'industria petrolchimica. La domanda, secondo gli esperti dell’ EIA, diminuirà negli inizi del  2024 ( solo a 990.000 barili al giorno). E ancora la Cina sarà il consumatore numero uno con 640.000 barili al giorno in più (quasi due terzi del totale). E gran parte di questi consumi se li “mangerà”il settore petrolchimico.

Petrolio, consumi minori in Usa dal telelavoro per 500000 barili al giorno

Una parte dei minori consumi previsti nasce dal telelavoro nei paesi sviluppati come Australia, Stati Uniti, Regno Unito e Canada (una media di quasi 2 giorni passati in casa e risparmiati quindi sui trasporti). La stima è di circa 800000 barili giornalieri di cui mezzo milione solo negli Stati Uniti. Le preoccupazioni macroeconomiche sono cresciute dalla convinzione che i tassi di interesse resteranno alti per un tempo maggiore rispetto al previsti sia in Europa che negli Stati Uniti. In sintesi meno petrolio da Russia e Arabbia Saudita e maggior produzione dall’Iran ( 6000000 barili giornalieri). Tutto questo  crea volatilità di prezzo del greggio che, in ogni caso, potrebbe toccare poco i produttori ma al contrario riflettersi su industrie e consumatori finali con aumenti, ad’esempio, alle pompe di benzina. Non a caso ormai in Italia il prezzo della benzina ha sfondato, in molti rifornimenti, i due euro, valore inimmaginabile solo qualche anno fa.

 

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