Pnrr, ritardi sulle stazioni a idrogeno. Corte dei Conti: a rischio ben 16mld

Se il governo non riuscirà a convincere l'Ue per ottenere una proroga oltre il 30 giugno anche la quarta rata dei fondi europei andrebbe persa per l'Italia

Economia

Pnrr, la quarta rata è in forte dubbio. L'allarme della Corte dei Conti

Continuano i problemi legati alla realizzazione del Pnrr. Il governo Meloni, attraverso il ministro Fitto, è uscito allo scoperto il mese scorso sulle difficoltà: "Alcuni progetti sono matematicamente impossibili da realizzare entro le scdenze previste". Ai già noti problemi, però, adesso se ne aggiunge un altro. Perchè la Corte dei Conti ha gettato un nuovo allarme, questa volta relativo alle colonnine e alle stazioni a idrogeno. Per ottenere la nuova tranche di fondi - riporta Repubblica - l'Italia deve raggiungere 27 obiettivi entro il 30 giugno. Ma su alcuni dossier i ritardi accumulati mettono già in pericolo il nuovo stanziamento. Il rischio è "concreto". E può avere un impatto deflagrante sul governo. Perché quello che la Corte dei conti ha messo nero su bianco in una delibera del 3 maggio è uno scenario inedito per il Pnrr, che già arranca.

Il rischio, dunque: incassare meno soldi. In estate, - prosegue Repubblica - quando la Commissione europea esaminerà la richiesta italiana per ottenere la quarta rata del Piano di ripresa e resilienza, che vale 16 miliardi. Fitto sta provando a modificare preventivamente alcuni dei 27 target fissati per il 30 giugno, che – si sa già per certo – non verranno centrati, per evitare che le situazione di stallo si ripeta anche con la quarta rata. Ed è in questa seconda fattispecie che – come ha spiegato il Ministro per gli Affari europei– rientra anche uno degli interventi legati all’idrogeno, e nello specifico la realizzazione delle hydrogen refueling station. Per quanto riguarda la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale – ha detto Fitto – "il bando prevedeva 40 progetti da finanziare: sono arrivate 36 domande. Non vedo soluzione: se qualcuno la immagina, io sono ben lieto, ma, siccome non c'è una soluzione, bisogna trovare, d’intesa con la Commissione Europea, la modalità per modificare questo obiettivo".

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