Porto di Talamone, il Comune di Orbetello costretto al dialogo: venerdì un incontro pubblico

L’inchiesta di Affaritaliani spinge il sindaco della cittadina toscana a convocare una riunione dopo le polemiche

di Redazione

Porto di Talamone

Economia

Porto di Talamone, il Comune di Orbetello convoca un incontro pubblico dopo l'inchiesta di Affari

Il Comune di Orbetello batte un colpo. O per lo meno così sembra. Il caso del porto di Talamone, portato sotto i riflettori da Affaritaliani (qui l’ultima delle quattro puntate della nostra inchiesta https://www.affaritaliani.it/economia/silenzio-bipartisan-sul-caso-talamone-935470.html), infatti, venerdì mattina sarà al centro di un incontro pubblico e ufficiale convocato dall’assessore Luca Teglia.

Il quale, messo nell’angolo dal clamore mediatico della vicenda, è stato di fatto costretto a invitare al municipio orbetellano i rappresentanti del Consorzio Il Molo di Talamone ovvero il soggetto che raggruppa l’80% di operatori turistici e associazioni sportive dilettantistiche della darsena maremmana, al momento tagliati fuori dal progetto approvato col discusso blitz di Ferragosto. Progetto, al centro di veementi polemiche da quasi un mese, che è finalizzato, sulla carta, a trasformare l’approdo talamonese in porto turistico.

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La questione ha sollevato un polverone enorme prima a livello locale, poi su scala nazionale. In prima fila si è schierato immediatamente il Comitato Salviamo Talamone (nato proprio per protestare contro l’iniziativa), sostenuto a stretto giro dall’associazione nazionale di pmi Unimpresa. I due organismi sono gli unici che, finora, hanno fatto sentire la loro voce per sollevare dubbi e perplessità attorno alle decisioni della giunta di Orbetello, guidata dal sindaco di centro destra Andrea Casamenti.

Decisioni che paiono indirizzate a favorire il progetto confezionato da una piccola srl, la Società Porto Turistico di Talamone, creata ad hoc, ma, sulla carta, non attrezzata, con i suoi 45mila euro in cassa, a sostenere cantieri da 42 milioni. Il rischio è che le 18 concessioni del porticciolo, in scadenza il prossimo 31 dicembre, vengano assegnate in blocco, da gennaio 2025, a questa mini-impresa, che poi potrebbe mettere in piedi una gigantesca azione speculativa con gli attuali titolari.

Torniamo a venerdì mattina. Al faccia-a-faccia con Teglia, la folta delegazione del Consorzio sarà guidata dal presidente Sergio Biraghi, tra altro ex capo di Stato maggiore della Marina ed ex consigliere militare al Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi. Figura di spicco nella cittadina toscana, se non altro per il suo prestigioso curriculum, Biraghi finora non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, preferendo muoversi dietro le quinte. Venerdì, in ogni caso, avrà l’occasione per battere i pugni sul tavolo dinanzi alla “controparte”. Il suo nome, però, continua a essere considerato in pole position come futuro presidente della società Porto Turistico di Talamone.

Quanto al Comune, per Teglia è l’ora delle risposte. Tante. L’assessore - che è in giunta, con alcune pause, dal lontano 2001 - dovrà anzitutto chiarire la posizione dell’amministrazione comunale rispetto alla promessa, più volta reiterata da Orbetello, di voler portare avanti il progetto coinvolgendo tutti gli attuali operatori, mentre, a sorpresa, è stata scelta, il 20 agosto, una soluzione che garantisce solo il 20% di chi oggi lavora col porticciolo o ne utilizza i pontili. Il secondo punto riguarda la posizione del Comune rispetto al decreto del governo di Giorgia Meloni, che ha prorogato di tre anni, fino al 30 settembre 2027, tutte le concessioni balneari marittime.

Una proroga che, stando al dettato normativo, potrebbe non essere vincolante per le amministrazioni territoriali che avevano già avviato progetti, gare e procedure: la faccenda, in punto di diritto, non è chiara e l’indicazione di Teglia, su questo aspetto, potrebbe essere decisiva. Orbetello, insomma, prorogherà tutte le concessioni esistenti, senza perniciose distinzioni?

C’è poi da chiarire la questione della secretazione degli atti, sollevata dal Comitato Salviamo Talamone e da Unimpresa: l’80% delle tavole del progetto della mini-srl non è accessibile, ragion per cui appare quantomeno difficile fare osservazioni o presentare alternative. E ancora: non è mai stato spiegato come mai la Società Porto Turistico di Talamone fosse a conoscenza in anticipo (assemblea societaria del 25 giugno) circa gli atti e le determinazioni che il Comune non aveva ancora formalizzato (delibera del 10 luglio).

La carne al fuoco, dunque, è tanta. Frattanto, le carte sono finite sul tavolo di alcuni parlamentari: non sono escluse imminenti interrogazioni, sia alla Camera sia al Senato, con le quali si chiederà l’intervento del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Per costringere il Comune di Orbetello a una clamorosa retromarcia.

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