Quando la politica si arrampica sugli specchi: il caso Talamone e il verdetto del Tar

Casamenti, ora che i giudici lo hanno sonoramente bocciato, cerca in maniera maldestra di sfilarsi, come se si fosse trattato di una vicenda tra privati

di redazione

Porto di Talamone

Economia

Quando la politica si arrampica sugli specchi: il caso Talamone e il verdetto del Tar

La sentenza del Tar della Toscana che ha smontato il progetto per il rifacimento del porto di Talamone ha mandato in frantumi i piani del Comune di Orbetello, guidato dal centro destra, e ha inaspettatamente risvegliato dal torpore il Partito democratico locale. Un partito che, negli scorsi mesi, salvo sporadiche occasioni, era rimasto sostanzialmente dietro le quinte, limitandosi a osservare da lontano la discutibile operazione sulla darsena della Maremma. Se la giunta guidata dal sindaco Andrea Casamenti cerca di arrampicarsi sugli specchi, l’opposizione dem ha atteso che fossero i giudici ad aprire il solco per uscire allo scoperto. Nulla di nuovo sotto il sole: funziona così da oltre 30 anni in Italia, con la linea politica della sinistra che è sempre definita, anticipatamente, nelle procure e nei tribunali. Così, spinti dalle toghe – e non dal consenso popolare – la segreteria del Pd di Orbetello ha chiesto un «passo indietro» a Casamenti, puntando il dito contro la sua «incapacità amministrativa».

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Il sindaco, dal canto suo, sembra voler ridimensionare il caso e sostiene di poter andare avanti, ignorando, tuttavia, che la decisione del Tar non ha solo un valore meramente giuridico, ma ha pure risvolti politici non secondari. Incassato il colpo giovedì 20 febbraio, il primo cittadino ha impiegato oltre 24 ore per «leggere» il testo della pronuncia del Tar. E il suo commento, pubblicato su Facebook solo venerdì 21 febbraio, è quantomeno singolare. Casamenti, ora che i giudici lo hanno sonoramente bocciato, cerca in maniera maldestra di sfilarsi, come se si fosse trattato di una vicenda tra privati, tant’è che sui social parla di «due gruppi di imprenditori contrapposti», mentre la vertenza ha visto scontrarsi da una parte il Consorzio il Molo di Talamone (che rappresenta l’80% dei titolari delle concessioni del porto talamonese) e, dall’altra, l’amministrazione comunale scesa in campo affiancata dalla Società Porto Turistico di Talamone, quella che era stata favorita dalla procedura dichiarata illegittima dal Tar. 

Insomma, non era una faccenda tra privati. Non era un duello tra due aziende, ma una battaglia contro scelte politiche e amministrative fuori registro oltre che fuori legge. Il Tar ha sentenziato su atti pubblici, non su una disputa commerciale. La questione, infatti, è stata discussa in un tribunale amministrativo, non dinanzi a un giudice civile. La realtà è ben diversa da quella dipinta da Casamenti. E lo stesso Comune, che, tentando di smarcarsi, adesso vuole apparire come terzo, si era immediatamente opposto al ricorso proposto (e poi vinto) dal Consorzio. «Il Comune ha sempre detto che avrebbe preso atto di qualsiasi sentenza favorevole ad un gruppo all'altro gruppo di imprenditori» ha scritto il sindaco. Ma non è così, perché Orbetello non ha atteso il giudizio in maniera disinteressata, tant’è che ha impiegato, senza esitazioni, risorse pubbliche per schierare i migliori avvocati del territorio, i quali hanno cercato in tutti i modi di far valere le ragioni del Comune, salvo incassare una sentenza smaccatamente sfavorevole.

Anche l’indicazione sui prossimi passi suona surreale. Il sindaco, che dice di voler «andare avanti con la nuova procedura come da sentenza del Tar», spera che la stessa pronuncia dei giudici «sia una occasione per i due gruppi di imprenditori di trovare un accordo e ritirare i ricorsi in essere o evitarne futuri». Ma serve davvero un accordo? Probabilmente, no. Se la strada è quella indicata dal Tar, per trasformare l’approdo di Talamone in porto turistico, come da piano regolatore della regione Toscana, il Comune di Orbetello deve e può ripartire dalla Stu (Società di trasformazione urbana). Si tratta della soluzione, che era stata deliberata dall’amministrazione comunale nel 2023 e sulla quale, poi, la Giunta orbetellana ha fatto marcia indietro con quel «ripensamento» preso di mira dal Tar. Ed è proprio il Tar a suggerire di riprendere in mano la Stu, strumento che consente al Comune di avere la regia del porticciolo, coinvolgendo, in maniera trasparente e sostenibile, tutti gli operatori locali. Gli «accordi» hanno un odore stantio di giochi di potere.

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