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Il Tar ferma il porto di Talamone

L’inchiesta di Affaritaliani ha fatto centro. Una sentenza del tribunale amministrativo per la Toscana, pubblicata oggi, annulla tutti gli atti del Comune di Orbetello per la trasformazione dell’approdo talamonese

di redazione

Porto di Talamone, il Tar annulla tutti gli atti del Comune di Orbetello per la trasformazione dell’approdo talamonese

La lunga inchiesta di Affaritaliani ha fatto centro. Il Tribunale amministrativo regionale per la Toscana ha annullato tutti gli atti della gara e la procedura del Comune di Orbetello relativi alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico. Con la sentenza del Tar, pubblicata oggi, è stato dunque completamente accolto il ricorso proposto a ottobre dal Consorzio il Molo di Talamone, che rappresenta l’80% dei titolari delle concessioni per i pontili talamonesi.

Ad accendere un faro su questa vicenda era stata questa testata, con una serie di articoli pubblicati a partire dal 23 agosto scorso (qui l’ultimo di 10 articoli). Tutta la procedura avviata tra luglio e agosto dal Comune di Orbetello è stata dunque considerata «radicalmente illegittima», tant’è che lo stesso Comune e la Società̀ Porto Turistico di Talamone sono stati condannati al pagamento delle spese processuali in ragione di 5.000 euro a testa, per un totale di 10.000 euro. Dietro le quinte, c’è la mano di alcune persone che hanno acceso un faro nella cittadina maremmana, guidato la fronda anti-Comune e dato il là all’azione legale, affidata all’avvocato Pierluigi Chech.

Secondo i ricorrenti, la procedura del Comune di Orbetello violava le norme nazionali e dell’Unione europea, calpestando i principi – relativi alle procedure pubbliche – di informazione, partecipazione, contraddittorio, imparzialità, trasparenza, non discriminazione, concorrenza, par condicio e pubblicità. Il ricorso puntava a tutelare l’interesse dei ricorrenti e aveva come finalità generale, la tutela collettiva dell’intera comunità talamonese e di tutto il gioiello del Parco della Maremma.

Sta di fatto che tutte le ragioni del ricorso sono state ritenute valide dai giudici amministrativi. Il Tar, inoltre, ha evidenziato la «contraddittorietà del comportamento» dell’amministrazione comunale e «l’innegabile contrasto degli atti impugnati con i precedenti atti programmatori relativi al porto di Talamone»: il riferimento è al fatto che in una prima fase, il Comune aveva deliberato di procedere al rifacimento del porto attraverso lo strumento della Stu (Società di trasformazione urbana), che lascia in mano alle amministrazioni pubbliche la regia degli interventi infrastrutturali, salvo cambiare idea e puntare, in maniera poco trasparente, come sancito dalla sentenza di oggi, alla procedura per la concessione.

Un «ripensamento» non legittimo e, quindi, cassato dal Tar, anche perché la strada scelta non avrebbe garantito l’indispensabile coinvolgimento di tutti gli operatori portuali. Il Tar ha poi bocciato l’intervento volto alla ristrutturazione della Rocca di Talamone, inserito in corsa nel progetto, in quanto nulla a che vedere con il porto.

Subito dopo la pubblicazione della sentenza, sono arrivati i commenti. «È una vittoria clamorosa, frutto della nostra battaglia, che stiamo portando avanti da agosto, quando abbiamo scoperto e denunciato pubblicamente il blitz del Comune di Orbetello sul gioiello della Maremma. Noi non ci fermiamo. A Talamone ci sono altre priorità, come la messa in sicurezza di alcune parti franose della roccia, che nei giorni scorsi ha subito un danno enorme ed è lasciata all’incuria da troppo tempo.

Quelli sì, sono interventi improcrastinabili, mentre vanno cestinati, definitivamente, progetti mirabolanti che non rispecchiano gli interessi della nostra comunità. Siamo curiosi di conoscere la posizione del Comune, il quale ha subito una sconfitta rilevante non solo dal punto vista giuridico, ma soprattutto sul piano politico. Il sindaco Andrea Casamenti e l’assessore Luca Teglia in una conferenza stampa, a novembre, avevano sostenuto che il Tar, nella prima udienza, avesse riconosciuto la legittimità del loro operato.

Ma le loro dichiarazioni sono state sconfessate oggi dalla sentenza» ha dichiarato il Comitato Salviamo Talamone, organismo nato proprio per sostenere questa battaglia. Sulla stessa lunghezza d’onda, la potente associazione di pmi, Unimpresa.

«Il Tar ferma un progetto inutile e certifica quello che era sotto gli occhi di tutti: la gestione del Comune di Orbetello è stata radicalmente illegittima e la procedura adottata ha violato ogni principio di trasparenza, imparzialità e partecipazione. Questa sentenza mette un freno a quella che si configura come una forzatura amministrativa inaccettabile, tentata sulla pelle delle imprese locali e di una comunità che ha il diritto di essere coinvolta nelle scelte strategiche che riguardano il proprio territorio. Unimpresa vigilerà affinché non si ripetano più operazioni simili. Il porto di Talamone merita una attenzione seria e sostenibile, non improvvisazioni amministrative bocciate dai tribunali» ha commentato il presidente dell’associazione, Giovanna Ferrara.