Rai Way, da Draghi via al risiko delle torri. Borsa punta su M&A con Ei Towers

La possibile discesa della Rai nella società delle torri ha riacceso le attese su una sua fusione con Ei Towers

Economia
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Rai Way corre a Piazza Affari: +5,86% a fine seduta a 5,06 euro

Draghi dà il via al risiko delle torri e la Borsa prende posizione. Scatta a Piazza Affari il titolo di Rai Way, che in avvio era arrivato a guadagnare più del 9% ed era stato fermato in asta di volatilità, chiudendo in rialzo del 5,86% a a 5,06 euro. Secondo le indiscrezioni, per il presidente del Consiglio ha firmato il Dpcm che autorizza la controllante Rai a scendere sotto il 51% nell'assetto proprietario della società che controlla le reti di trasmissione del servizio televisivo pubblico.

La norma che stabiliva che il controllo di Rai Way dovesse rimanere nelle mani della Rai era stata introdotta nel 2014 dal Governo Renzi che bloccò l'offerta pubblica di acquisizione e scambio lanciata da Ei Towers (in mano al fondo infrastrutturale F2i al 60% e partecipata al 40% da MediaForEurope) nel 2015. Dopo la mossa di Chigi che consente dunque di sbloccare il mercato delle privatizzazioni, ma anche di fare cassa, ritorna a circolare l'ipotesi di un polo delle torri con Ei Towers.

Secondo quanto scrive l’agenzia MF-Dow Jones, la creazione dei poli delle torri scorre lungo due binari perchè da un lato ci sarebbe quello relativo alla trasmissione del segnale di broadcasting con RaiWay-Ei Towers, e dall'altro ci sarebbe quello delle torri di telecomunicazioni. Il mercato delle Tlc è in fermento anche per la recente mossa del fondo Ardian su Inwit, la società delle torri in cui sono confluiti gli asset di Tim e Vodafone, con quasi 23.000 siti gestiti in Italia.

Ardian ha infatti messo sul piatto 1,3 miliardi di euro per rilevare la quota indiretta detenuta da Tim nella holding Daphne 3, ora controllata al 51% dalla stessa Tim e al 49% da Ardian. Se l'offerta venisse accettata, a Tim rimarrebbe una quota residuale del 10% in Daphne 3 che controlla il 30,2% di Inwit. Il board di Tim ha già valutato positivamente la proposta del fondo e ha dato mandato all'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, per negoziare l'accordo nei prossimi mesi. Entro giugno è infatti previsto il closing definitivo dell'operazione, con tutti i vari passaggi Antitrust e golden power.

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Proprio Inwit guarda al consolidamento degli asset in Italia e punta ad acquisire società di torri di media grandezza in Europa entro il prossimo anno, anche grazie alla disponibilità di capitale. "In Italia il consolidamento delle torri è già avvenuto per le telco ma a livello europeo ci sono grandi manovre e ci sarà una grandissima battaglia navale", ha spiegato Giovanni Ferigo, Ceo di Inwit.

"Noi non siamo interessati, in questo momento, a grandi acquisizioni. Avremo una disponibilità di capitale di circa 1 miliardo a fine 2023, quindi tra le varie ipotesi c'è anche quella di guardare a compagnie di torri medie, ma prima guarderemo al consolidamento di asset in Italia", ha puntualizzato il top manager, secondo il quale "a livello di shareholder il fondo Ardian è molto importante e aiuterà Inwit nello sviluppo futuro".

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