Superbonus, rincari oltre il 30% sulle rendite catastali: ecco chi dovrà pagare tasse più alte

L'aumento delle rendite catastali varia a seconda che si tratti di abitazione principale o di seconda casa. Ogni edificio viene classificato in base alle sue caratteristiche, il che determina il suo valore e, di conseguenza, le imposte dovute

di Redazione Economia
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Rendite catastali, ecco di quanto potrebbero crescere e come aumenterebbero le tasse

Dopo il polverone sollevato dalle dichiarazioni di Giorgetti sul Superbonus, con la Lega che frena e Forza Italia che si oppone, c'è ancora un nodo da sciogliere: a chi tocca l'aggiornamento della rendita catastale e, soprattutto, quale sarà l'impatto sulle tasse?

La revisione delle rendite catastali non è di certo una novità, ma era già prevista dalla legge di Bilancio dello scorso anno, che obbligava i proprietari che avevano effettuato lavori di ristrutturazione attraverso il Superbonus e che avevano registrato un aumento del valore del proprio immobile di almeno il 15%, a procedere all'aggiornamento delle rendite catastali. Di norma, una variazione del genere dovrebbe essere comunicato al Comune dal direttore dei lavori entro 30 giorni dal termine degli interventi, ma non sempre questo obbligo viene rispettato.

Il primo punto cruciale da chiarire è che l’aumento delle rendite catastali varia a seconda che si tratti di abitazione principale o di seconda casa. Differenze che pesano soprattutto sulle tasse. Nel caso della prima casa, i proprietari non dovranno affrontare un incremento diretto delle imposte, ma potrebbero comunque subire effetti indiretti. Come? Riflettendo sull' Isee e sul reddito lordo ai fini dell'Irpef, poiché la prima casa deve essere dichiarata moltiplicando per 105 la rendita. Al contrario, per le seconde case, l’aumento delle rendite si tradurrà in un incremento proporzionale delle imposte immobiliari, come l’Imu. Ad esempio, secondo una ricostruzione fatta da Fanpage.it, un'abitazione A2 di classe intermedia che attualmente paga un'Imu di circa 2.000 euro potrebbe vedere l'imposta salire oltre 2.700 euro a seguito della revisione. Perdipiù, l'aumento delle rendite avrà impatti anche su altre tasse come la Tari, che si basa appunto sulla superficie catastale.

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In ogni caso, al momento non è possibile stabilire un aumento delle rendite in modo uniforme e concreto  poiché varia da immobile a immobile. Ogni edificio viene classificato in base alle sue caratteristiche, il che determina il suo valore e, di conseguenza, le imposte dovute. Maggiore è il valore dell'immobile, più alte saranno le tasse da pagare. A Milano, ad esempio, un passaggio a una classe di rendita superiore comporterebbe un incremento attorno al 18%, mentre il salto di due classi potrebbe arrivare fino al 38%. A Roma un immobile classificato come "abitazione popolare A4" di classe bassa, con 6 vani catastali in zona censuaria 2, vedrà la rendita aumentare da 759 euro a 883 euro (+16%) in caso di un solo passaggio di classe, mentre il salto di due classi potrebbe portare la rendita a 1.038 euro (+36%). 

La revisione delle rendite avverrà attraverso un processo di auto segnalazione da parte del contribuente, il quale dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate di aver effettuato lavori e richiedere l’adeguamento. In caso di mancata segnalazione, l’Agenzia invierà una lettera di compliance invitando il contribuente a mettersi in regola. Inoltre, per chi intende rivendere una casa sottoposta a Superbonus, è prevista un'imposta sul capital gain per la seconda casa, che colpisce l’incremento di valore dell’immobile, da pagare se si rivende entro dieci anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione, indipendentemente dalla data di acquisto.

In ogni caso, secondo le stime, il Superbonus è stato richiesto da circa 1,5 milioni di contribuenti, ma è difficile quantificare quanti di questi riguardino seconde case e solo con l'analisi delle dichiarazioni dei redditi dei prossimi anni si potranno avere dati più precisi e attendibili. Inoltre, Giorgetti ha parlato di una "caccia alle case fantasma", cioè quelle abitazioni che non risultano al catasto e non sono state dichiarate per l'Irpef. Insomma, per ora è tutto da vedere, ma chi non ha ancora messo in regola i dati catastali farebbe bene a sbrigarsi.

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