Riforma del fisco, sanzioni più morbide e pene scontate. La tregua di 2 anni

Il Mef spiega il provvedimento approvato in Cdm: "La lotta all’evasione diventa preventiva, non più repressiva". Le opposizioni: "Premio agli evasori"

Economia

Riforma del fisco,  arriva la clausula "salva conti" per non sforare

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità la nuova riforma fiscale. L'obiettivo del governo, da qui a due anni, è quello di far pagare meno tasse alle famiglie e alle imprese. "Una rivoluzione attesa da 50 anni", scrive Giorgia Meloni sui social. Ma le opposizioni hanno un'altra opinione: "Sarà un premio agli evasori". Un nuovo corso, per la lotta all’evasione fiscale, che - si legge su Repubblica - include sanzioni, penali ed amministrative, più morbide. In alcuni casi saranno abolite. Per le piccole imprese è previsto il concordato preventivo biennale; in pratica un accordo con lo Stato, per due anni: si paga quanto pattuito in cambio dello stop a nuovi controlli. Flat tax per tutti in cinque anni. L’obiettivo di legislatura è indicato in un passaggio della bozza della riforma fiscale: «La delega - si legge - prevede una revisione organica e complessiva del sistema che dovrà intervenire, nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva di transitare verso un sistema ad imposta unica». Il passaggio intermedio è l’estensione della flat tax incrementale ai dipendenti.

Tra le novità, - prosegue Repubblica - c'è anche una norma per favorire le imprese. Potranno beneficiare del taglio dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società. L’aliquota, oggi al 24%, potrebbe essere ridotta al 15%, ma a condizione che le imprese impieghino una parte o tutto il reddito in investimenti e nuove assunzioni entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito. L’obiettivo del governo è favorire la competitività delle imprese e attrarre più investitori. Messa a punto dalla Ragioneria generale dello Stato, la clausola “salva-conti” prevede che dall’attuazione della delega non dovrà derivare un aumento della pressione tributaria. Inoltre ogni schema di decreto legislativo dovrà essere accompagnato da una relazione tecnica che illustrerà gli effetti sui conti pubblici.

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