Sanità, oggi sciopero dei medici: 1,2mln di esami a rischio. Liste d'attesa, speso dalle Regioni solo il 30% dei fondi
Mentre medici e infermieri incrociano le braccia in segno di protesta contro la manovra finanziaria, emerge che alcune Regioni non spendono anche se potrebbero farlo
Sanità, sciopero dei medici e allarme liste d'attesa. Le Regioni i fondi li hanno ma non li spendono
Sciopero generale oggi per medici e infermieri, scatta la protesta annunciata contro il governo e la manovra finanziaria che non ha soddisfatto il personale sanitario, visti i tagli e le promesse non mantenute. Tra le altre misure, è saltato anche il piano che prevedeva 30mila assunzioni, un provvedimento che era tanto e che è slittato ai prossimi anni. Anche gli aumenti in busta paga decisi vengono giudicati inadeguati. Per questo è stata confermata la protesta che si configurerà - riporta Il Sole 24 Ore - in uno sciopero di 24 ore che potrebbe far saltare fino a 1,2 milioni di prestazioni - le urgenze però saranno garantite -, come indicano le stesse sigle e cioè i medici e i dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e gli infermieri e le altre professioni sanitarie del Nursing Up.
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Sull’utilizzo effettivo dei fondi messi a disposizione in questi anni per l’obiettivo prioritario di abbattere le liste d’attesa in sanità domina il buio fitto. E nemmeno i pochi sprazzi di luce che si aprono dopo - riporta Il Sole - una faticosa ricerca dei dati appaiono incoraggianti. Lo spiega la Corte dei conti nell’ampia relazione pubblicata ieri dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. Nel 2023 i piani operativi regionali per il taglio delle liste d’attesa generate dalla pandemia avevano a disposizione due filoni di finanziamento, generato dagli stanziamenti dei due anni precedenti.
Nel primo capitolo - prosegue Il Sole - la disponibilità era di 483,87 milioni, ma la spesa reale si è fermata al 29,7% (69,13 milioni). Sul secondo, coperto dalla quota vincolata dello 0,3% del fondo sanitario nazionale, c’erano 365,48 milioni e ne sono stati usati 171,23, cioè il 46,9%. In ogni caso, la media dei due capitoli porta a una spesa effettiva sotto al 30% (239,4 milioni su 803,4). La Corte dei conti fa emergere un altro dato poco incoraggiante: in alcune regioni i soldi destinati alle liste d'attesa sono stati girati al ripiano dei disavanzi.