Sanzioni su banche-oligarchi, embargo al Donbass. "Misure di piccole portata"

Paolo Quercia, docente di studi strategici (Università Perugia e direttore Geotrade), analizza con Affaritaliani il 1° pacchetto di sanzioni Nato contro Mosca

di Andrea Deugeni
Vladimir Putin e Joe Biden
Economia
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Borse europee chiudono attorno alla parità. Il listino di Mosca (Rts) recupera (+2%) dopo il tonfo. Anche il rublo in ripresa

Usa, Unione Europea e Gran Bretagna: arriva un primo pacchetto di sanzioni del blocco Nato nei confronti della Russia dopo che il capo del Cremlino Vladimir Putin ha riconosciuto formalmente l’indipendenza delle regioni separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk, nel Donbass. Se il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo (executive order) che blocca qualunque nuovo investimento, scambio commerciale o finanziamento da parte di entità americane nelle aree orientali ucraine e conferisce alla Casa Bianca l'autorità di "imporre sanzioni a qualunque persona intenzionata a operare nelle due repubbliche separatiste”, Bruxelles ha proposto di imporre sanzioni contro tutti i legislatori della Duma russa (mettendo al bando i beni e a bloccare i viaggi), di vietare a soggetti europei l'acquisto di obbligazioni russe e di prestiti al Governo e alla Banca centrale russa e di congelare i beni di tre banche russe che stanno finanziando operazioni militari nel Donbass.

PETROLIO A 100 DOLLARI AL BARILE/ Dopo la nuova escalation in Ucraina, spiccano sui mercati finanziari le fiammate del petrolio (con il Brent che ha sfiorato 100 dollari per poi chiudere a 96,67 dollari, in rialzo dell'1,3%) e del gas, salito di un altro 9% sulle prospettive di una stretta della forniture russe all'Europa.

Verrebbe inoltre esteso alle regioni separatiste l'attuale divieto commerciale in vigore per gli affari dell'Ue con la Crimea. La Germania invece ha annunciato che interromperà il processo di approvazione del gasdotto Nord Stream 2 con Mosca. Infine, Londra ha preso di mira cinque banche russe (Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank) e tre oligarchi (Guennady Timtchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg), personalità con un patrimonio molto elevato, vicini al presidente russo, congelandone i beni e i visti. Come l’Ue, anche la Gran Bretagna ha minacciato di bloccare l'accesso delle società russe a dollari Usa e sterline britanniche, impedendo loro di raccogliere capitali a Londra.

Dopo un inizio in rosso, le Borse europee hanno guadagnato la parità a fine seduta e il listino di Mosca (Rts, denominato il dollari) dopo una nuova partenza con pesanti vendite, quasi a -10% (ieri le perdite sono arrivate a -13,2%), ha recuperato chiudendo in rialzo del 2%. Sul valutario, anche il rublo ha recuperato.  Come mai? Gli investitori hanno valutato un impatto meno invasivo delle sanzioni occidentali sull’economia del Vecchio Continente e della Russia? Qual è stata la portata della risposta del blocco Nato alle mosse di Mosca? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Paolo Quercia, docente di studi strategici all’Università di Perugia e direttore della rivista specializzata Geotrade che si occupa di sanzioni e restrizioni.

"In attesa di valutare i dettagli giuridici nei testi delle sanzioni europee, il blocco complessivo di provvedimenti odierni è di piccola portata. De resto, anche la stessa azione della Russia è per il momento graduale: siamo di fronte a un riconoscimento delle repubbliche e non c'è stata un'annessione di quei territori a Mosca. All'annuncio di Putin è seguita una prima risposta con sanzioni limitate alla specifica situazione del Donbass. Le sanzioni sul debito russo erano già in corso", spiega Quercia, secondo cui per osservare la portata completa delle sanzioni "bisognerà attendere almeno una settimana".

"La Borsa di Mosca - dice l'esperto- temeva sin da subito lo scenario peggiore, quello cioè di sanzioni più impattanti, misure che non possano non arrivare in futuro. Con il discorso di ieri si è aperta la fase delle contromisure Nato che saranno centellinate. In una scala da uno a dieci, siamo al livello due". Quercia ricorda che "le sanzioni vengono usate per scopi deterrenti: servono per osservare quale sarà la prossima mossa di Putin".

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"Nord Stream 2 a parte, infrastruttura già bloccata e che consolida lo scenario preesistente, non vengono tocccati i settori energetici e finanziario: si tratta di un numero limitato di banche, istituti connessi ad operazioni con le repubbliche separatiste. Non siamo di fronte a sanzioni complete sui due comparti", specifica l'esperto che sottolinea come anche "l'executive order di Biden colpisce solo l'area del Donbass, una sorta di embargo economico e finanziario relativo solo alle due province separatiste. E' un qualcosa di simile a quanto già in vigore con la Crimea". 

"A differenza dell'intervento militare che è una soglia da cui non si può tornare indietro una volta varcata, il vantaggio-svantaggio delle sanzioni è che possono essere centellinate in piccole dosi", spiega ancora Quercia. 

Quali sarebbero le misure che sortirebbero i maggiori effetti sull'economia russa? "Le sanzioni sull'export energetico, pacchetto non applicabile però a causa delle conseguenze che avrebbe sui Paesi europei, troppo dipendenti da Mosca per gli approvvigionamenti di gas. Sganciare invece il sistema finanziario russo dall'occidente attraverso l'esclusione degli operatori dalla piattaforma Swift sarebbe meno esiziale".  Opzione da cui, secondo Quercia, "siamo comunque ancora molto lontani". 

E le sanzioni dirette personali contro Putin? "Si tratterebbe di misure perlopiù simboliche e mediatiche, senza effetti concreti di deterrenza, così come quelle che sono state prese nei confronti dei grandi vertici dello Stato e degli oligarchi", conclude l'esperto, che nota però come "la situazione sia ora abbastanza imprevedibile". Il motivo? "Non è detto che ora Mosca risponda con contro-sanzioni. La Russia potrebbe replicare con operazioni militari. E' la pericolosità del gioco, rispetto invece a quanto accaduto con l'Iran o con la Corea del Nord. In Ucraina, siamo all'interno di un potenziale conflitto, una guerra civile, il cui esito potrebbe essere quello di un'escalation militare". 

@andreadeugeni

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