Economia

Putin riconosce il Donbass.Nato prepara sanzioni. Lunedì nero in Borsa a Mosca

di Andrea Deugeni

Il Cremlino ha riconosciuto i regimi separatisti ucraini di Lugansk e Donetsk. Usa-Ue preparano le sanzioni: in primis l'esclusione delle banche russe da Swift

Vendite alla Borsa di Mosca, un vero è proprio lunedì nero (-13,2%). Giù anche il rublo

Copione Crimea per il Donbass, lo scenario che Nato e Bruxelles, oltre all’invasione militare delle repubbliche separatiste e di Kiev, non volevano per l’Ucraina perché di fatto getta le basi per lo spostamento dei confini della Russia verso l’Europa. Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che Mosca riconosce i regimi separatisti ucraini del Donbass, Lugansk e Donetsk, mossa che rischia di porre fine al processo di pace, perché straccia gli accordi di Minsk del 2014 (ritorno dei territori separatisti sotto il controllo di Kiev in cambio della concessione di uno statuto speciale) e apre le porte all’ingresso dei militari russi nella regione orientale dell’Ucraina per consentire a Mosca di prendere quindi ufficialmente i territori interessati sotto la propria ala.

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E ora? Il presidente americano Joe Biden ha parlato subito di “violazione degli accordi internazionali”, mentre l’Unione europea non ha reagito subito alla decisione del Cremlino e sta elaborando un pacchetto di sanzioni collettivo che dimostra il processo farraginoso comunitario e le divisioni interne fra gli Stati membri sulla relazione con la Russia. Relazione che ha origine nel diverso interscambio economico che lega le singole capitali del Vecchio Continente a Mosca. E infatti il pacchetto di sanzioni dell’Occidente e l’efficacia delle stesse nei confronti della Russia dipenderà dallo stretto allineamento tra Washington e gli alleati europei e dalla capacità dell’Ue di muoversi in blocco (serve l’unanimità nei 27).

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Nel 2014 c’erano voluti mesi perché gli europei trovassero una quadra quando Mosca invase la Crimea. Quali potrebbero essere le “sanzioni economiche, finanziarie e di controllo delle esportazioni” che la scorsa settimana la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito “senza precedenti" e che metteranno la "massima pressione all’economia russa e al suo sistema finanziario”? 

Il pacchetto che la Commissione europea sta mettendo a punto consultando gli Stati membri e in sintonia con il Tesoro americano va dallo stop ai visti e dal congelamento di conti correnti e beni all’estero dell’establishment vicino a Putin al divieto di compiere transazioni con i principali istituti di credito russi (una delle opzioni finora più radicali prevederebbe di tagliare fuori Mosca dal sistema internazionale di pagamenti Swift) e dallo stop indefinito all’attivazione del gasdotto Nord Stream 2 (le tubature che collegano direttamente, passando per il mar Baltico, Russia e Germania, non ancora in funzione) fino al divieto di export di componentistica tech prodotta in Europa necessari ai progressi strategici russi, dall’aerospazio all’intelligenza artificiale. 

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Il pacchetto avrà giocoforza un impatto su tutte le imprese del Vecchio Continente che fanno affari con la Russia e in caso di coinvolgimento anche del business energetico impatterà anche sul prezzo di gas petrolio, visto che l’Ue dipende da Mosca per il 40% della sua domanda, soprattutto in una congiuntura in cui il costo dei beni energetici è già alle stelle. Il divieto alle istituzioni finanziarie statunitensi ed europee di elaborare transazioni per le principali banche russe colpirebbe colossi come Vtb Bank, Sberbank, Veb, Gazprombank Alfa-Bank e il Russian Direct Investment Fund e mira a danneggiare l'economia russa tagliando i rapporti bancari "corrispondenti" tra determinati istituti del Paese governato da Putin e i gruppi statunitensi ed europei che consentono pagamenti internazionali.

Secondo quanto riferito da alcune fonti alla Reuters, gli Stati Uniti eserciteranno anche il più potente strumento a loro disposizione in termini di sanzioni contro alcuni individui e società russe inserendoli nella lista dei Specially Designated Nationals (Sdn), escludendoli di fatto dal sistema bancario statunitense, vietando loro il trading negli Usa e congelando i loro beni statunitensi. Secondo Friedrich Merz, nuovo leader del partito cristiano-democratico tedesco Cdu, l’esclusione della Russia dalla piattaforma Swift è la “bomba nucleare dei mercati finanziari internazionali”.

(Segue: le possibili sanzioni alla Russia e il lunedì nero alla Borsa di Mosca e del rublo. Salgono anche i credit default swap per assicurarsi dal rischio di insolvenza sul debito russo)