Sciopero trasporti e rinnovi contrattuali: come evitare disagi e guadagnarci
Gli statuti dei sindacati prevedono la tutela delle persone che lavorano, però a volte in piena stagione incappiamo in scioperi e disagi...
Sciopero dei trasporti e lavoro, la proposta che fa aumentare salari e occupazione. Analisi
Gli statuti dei sindacati prevedono la tutela delle persone che lavorano. Però, a volte a ridosso delle vacanze estive o invernali o comunque in piena stagione, oppure nei periodi più delicati dell'anno, ecco comparire come per magia lo sciopero ad hoc. Lungi da me pensare di impedire lo sciopero, questo è garantito dall'art. 40 della Costituzione ed è un diritto, ma mi sembra che qualche volta i sindacati non prendano in considerazione le necessità di tutti e pur di far valere i “diritti” di alcuni sono disposti a creare disagi non solo in un settore, ma facendo ricadere sul altre categorie altri disagi che si perpetuano a cascata.
La domanda è: chi paga tutti questi disagi? Come al solito il consumatore, il quale preferirebbe che ci fossero degli accordi per non sfociare ogni volta in scioperi per ottenere quanto richiesto. Ora, la stragrande maggioranza delle richieste dei sindacati nei vari settori è l'adeguamento salariale, in tutte le sue forme, quindi stiamo parlando di soldi.
Vi piacerebbe conoscere un modo per non avere più questo tipo di proteste per denaro? Ebbene, un modo c'è? Vi chiedo scusa anticipatamente, ma vi devo indirizzare ad un mio saggio "COME TI CAMBIO L'ITALIA – HOW TO CHAGE ITALY" – ed. youcanprint. Cosa ha di tanto interessante? Nello studio che ho intrapreso ho voluto fornire una nuova tabella nella tassazione IRPEF, questa: esenzione per i primi 5.000,00 euro; 10% da 5001,00 a 20.000,00 euro; 20% dai 20.001,00 ai 50.000,00 euro; 25% dai 50,001,00 a 150.000,00 euro; 30% oltre i 150.001,00 euro. L'attuale IRPEF 2022: fino a 15.000 euro 23%; da 15.001 fino a 28.000 euro; 25% da 28.000 fino a 50.000 euro; 35% da 50.000 in poi 43%.
Ora un piccolo invito all'azione fate un calcolo di quanto rimarrebbe in tasca a ciascuno di voi in base al vostro reddito. Solo per schematizzazione: un reddito di 28.000 euro oggi paga IRPEF per 6.700 euro, con la mia proposta di tassazione l'IRPEF viene ridotta a 3.500 euro ergo 3.200 euro in più in tasca, pari al 52,24%. (Ho già scritto alla Presidenza del Consiglio, ma non ho ancora ricevuto alcuna risposta). Tutto ciò ha una giustificazione per cui lo Stato Italiano non ci rimette niente.
Perché? Per due ordini di ragioni: la prima è dettata dal fattore moltiplicatore K=1/s=1/1 (1-c) ossia ogni euro messo in circolazione viene moltiplicato per 10,7527; la seconda è dettata dalla velocità di circolazione monetaria, per questa vi rimando alla teoria quantitativa della moneta come descritta di Richard Cantillon (1680-1734), padre dell'economia politica. Per farla breve potremmo avere un incremento di centinaia se non di migliaia di miliardi di euro, che andrebbero a beneficio di 3 categorie: i consumatori, che potranno spendere molto più di prima aumentando i consumi, le aziende di produzione o di servizi, che dovranno aumentare la produzione e la quantità di servizi da erogare aumentando il loro fatturato e un forte incremento del PIL, di cui ne beneficerebbe anche il rapporto PIL/DEBITO PUBBLICO.
Tutto ciò, infine può generare automaticamente un aumento dell'occupazione con ulteriori persone al lavoro che pagheranno anche loro l'IRPEF ed aumenteranno ulteriormente i consumi. Questo semplice suggerimento potrebbe portare una pax sociale tra aziende e le persone che lavorano e renderla duratura, mettendo la parola fine agli scioperi per questioni salariali. Grazie per l'attenzione.