Snam accelera sulla decarbonizzazione: nel nuovo piano investimenti a 10 mld
Snam lancia il piano strategico 2022-2026 con investimenti totali in crescita del 23%, legati principalmente alla messa in esercizio dei due rigassificatori
Snam, il gruppo prevede un utile netto in rialzo di circa il 3% medio annuo
Un futuro sempre più “verde” e digitale che punti a completare quella trasformazione energetica tanto ambita perseguendo due direttrici: “molecoli verdi” e tecnologia. Da qui al 2026 l'azienda guidata da Stefano Venier punta a posizionarsi come protagonista della transizione, accelerando il completamento della linea adriatica e lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggio (+15% con Alfonsine); lo sviluppo della “Italian Hydrogen Backbone” tramite repurposing dell’infrastruttura (reti e stoccaggio) per sostenere la domanda nazionale di green gas ed esportare gli ulteriori volumi disponibili da produzione nazionale e/o import.
Il tutto puntando a una crescita degli investimenti che salgono a 10 miliardi di euro. Nel nuovo piano strategico 2022-2026 l'azienda guidata da Stefano Venier punta a una crescita dell'Ebitda del 7% medio, un utile netto che sale del 3% con un Rab che sale del 5% e un dividendo con l'estensione al 2026 della crescita minima del 2,5% prevista per gli anni precedenti e la conferma dell'impegno sul percorso di riduzione delle emissioni verso la neutralità carbonica al 2040.
Nel dettaglio, la crescita prevista è maggiore del 5% della Rab nel 2022-2026, più del doppio rispetto alle previsioni del precedente arco di piano (2021-2025) per effetto di maggiori investimenti e del deflatore; del 7% circa dell’EBitda, rispetto al 4,5% del precedente piano 2021-2025, per effetto principalmente della crescita della Rab (80%), di maggiori remunerazioni da quadro regolatorio, dal crescente apporto di incentivi “output based” e dai business della transizione energetica.
L’insieme di questi fattori contribuirà alla crescita dell’Ebitda di gruppo atteso pari a circa 2,85 miliardi di euro al 2026, di cui circa 140 milioni saranno legati ai business della transizione energetica; del 3% dell’utile netto per effetto dell’incremento della redditività industriale del business e delle misure di efficienza, compensate da una crescita degli oneri finanziari per l’aumento dei tassi di interesse che si ipotizzano al 2% medio nell’arco di piano, rispetto ad una previsione dell’1,1% nel piano precedente 2021-2025. Rispetto alla guidance sull’utile netto 2022, pari ad almeno 1,13 miliardi di euro, la proiezione a fine 2026 è di 1,27 miliardi di euro.
Snam lancia investimenti per 1 mld nel settore business della transizione energetica
Confermata ed estesa di un anno la politica dei dividendi, con una crescita minima annua del 2,5% estesa al 2026, con conferma del +5% per azione nel 2022. Snam prevede che per l’esercizio 2022 possa essere distribuito nel 2023, un dividendo complessivo pari a 0,2751 euro per azione di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento il 25 gennaio 2023 (record date 24 gennaio 2023), con data di stacco della cedola il 23 gennaio 2023, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione in data 9 novembre 2022 mentre il restante 60% a saldo con pagamento il 21 giugno 2023 (record date 20 giugno 2023) con data di stacco della cedola il 19 giugno 2023, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2022.
Per quanto riguarda gli investimenti totali, dei 10 miliardi di euro, 9 miliardi di euro sono destinati all’infrastruttura del gas. In particolare 6,3 miliardi di euro sul trasporto (rispetto a 5,4 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della linea Adriatica e l’applicazione della nuova metodologia per la valutazione dello stato di salute degli asset per le sostituzioni di rete; 1,3 miliardi di euro per l’ampliamento e il rinnovo dei siti di stoccaggio (rispetto a 1,2 miliardi del precedente piano); 1,4 miliardi di euro destinati al Gnl, con un significativo aumento riconducibile all’acquisto dei due rigassificatori galleggianti e ai relativi investimenti infrastrutturali.
Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1 miliardo di euro. Tra i gas verdi, il biometano è quello allo stadio di sviluppo più avanzato e disponibile in tempi brevi. Gli investimenti in biometano nel piano 2022-2026 ammontano a circa 550 milioni di euro e prevedono oltre 100 MW di impianti in esercizio entro il 2026 (con una produzione attesa pari a circa 200 milioni di metri cubi).
Nell’arco di piano Snam, a fronte di un indebitamento atteso salire a circa 18 miliardi di euro nel 2026, prevede di mantenere un ratio di credito, sia di flusso (FFO/Net Debt) sia di stock (Net Debt/Fixed Asset incluse le consociate), coerenti con il merito di credito attuale; un mix tra debito fisso e variabile di circa 2/3.
Cresce anche il peso della finanza sostenibile che si prevede passare a circa l’80% al 2026 rispetto a circa il 70% raggiunto a fine 2022, a fronte dell’obiettivo di strutturare le emissioni future di Snam in formato ESG (Sustainability-Linked-Bond oppure Use of Proceeds). Con riferimento alla strategia di allocazione del capitale, resta prioritaria l’attuazione del piano di investimenti insieme alla massimizzazione del valore degli asset (delle consociate). Snam potrebbe valutare una strategia di rotazione del capitale per gli asset considerati “non strategici” da utilizzare per possibili opportunità di crescita non organica.
Snam lancia il nuovo piano 2022-2026, Venier: "Al lavoro per garantire un futuro carbon neutral"
Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, nel commentare il piano 2022-2026 ha dichiarato: "Il 2022 è stato un anno di svolta per il sistema energetico globale. In uno scenario di incertezza e volatilità estrema, Snam è stata in grado di garantire il massimo supporto per far fronte all’emergenza, costruendo i presupposti per le azioni necessarie alla gestione del prossimo futuro. Nell’arco di piano 2022-2026 aumenteremo gli investimenti in maniera significativa rispetto al passato, al fine di rafforzare le nostre infrastrutture e contribuire alla maggiore sicurezza energetica del Paese per i prossimi anni e per l’orizzonte più lontano".
"In parallelo, continueremo a lavorare per un futuro carbon neutral, puntando sulle molecole verdi: idrogeno e biometano accompagneranno il nostro cammino, ha proseguito Venier, verso la neutralità carbonica così come le iniziative per la decarbonizzazione dei consumi finali, e a loro abbiamo destinato un miliardo di euro al 2026". "Nello stesso orizzonte temporale, malgrado uno scenario ancora instabile, prevediamo una crescita rilevante dei principali indicatori economici che potrà realizzarsi senza intaccare la nostra solidità finanziaria con l’obiettivo di costruire un sistema energetico più sostenibile, resiliente e duraturo", ha concluso il Ceo di Snam.
Transizione green, l'impegno di Snam per il raggiungimento dei target di neutralità climatica al 2040 resta solido
Snam è ben posizionata per essere tra le aziende protagoniste della trasformazione in atto nel settore energetico e potrà cogliere opportunità di sviluppo importanti nel corso della prossima decade. Nel piano 2022-2026, che viene presentato oggi, si prevede possano essere oltre 20 miliardi di euro le opportunità di investimento nel periodo 2022-2030 per la prosecuzione delle attività di sviluppo, mantenimento, ammodernamento, decarbonizzazione e digitalizzazione delle nostre infrastrutture; il completamento della Linea Adriatica e lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggio (+15% con Alfonsine); lo sviluppo della “Italian Hydrogen Backbone” tramite repurposing dell’infrastruttura (reti e stoccaggio) per sostenere la domanda nazionale di green gas ed esportare gli ulteriori volumi disponibili da produzione nazionale e/o import.
L’impegno di Snam per il raggiungimento del target di neutralità carbonica al 2040 "resta solido anche in un contesto estremamente sfidante, dettato dalle importanti variazioni di assetto industriale e dalle modifiche dei flussi di trasporto del gas nel Paese". E' quanto si legge nel Piano 2022-2026 di Snam.
Nel corso del 2022, Snam ha intrapreso azioni nell’immediato, per far fronte al nuovo scenario, sempre con una prospettiva di lungo termine. In particolare, è stato aggiornato il piano di sostituzione delle stazioni di compressione con tecnologia dual-fuel, dando priorità ai macchinari che portano gas da Sud a Nord. Proseguiranno, inoltre, le azioni per ridurre le emissioni di metano (-43% nel 2022 rispetto al 2015, in linea con il piano e con gli obiettivi Unep, United Nations Environment Programme) e cresce l’impegno sulle emissioni legate allo Scope 3: circa il 30% delle nostre gare è stato assegnato tramite processi che hanno previsto criteri Esg e la maggior parte delle nostre partecipate estere ha già definito obiettivi di decarbonizzazione.
Al 2026 risulta evidente il ruolo chiave di Snam quale “enabler” per la riduzione delle emissioni di terze parti attraverso gli interventi di efficientamento energetico di Renovit, la produzione di biometano di BioEnerys (ed in futuro la decarbonizzazione dei settori hard-to-abate attraverso l’idrogeno trasportato nella nostra rete). Entro il 2025, si prevede che le emissioni evitate si moltiplicheranno per 7 passando da 70 ktons di CO2 evitate all’anno a circa 500 ktons.
Complementare agli obiettivi collegati alla riduzione delle emissioni resta confermato l’impegno nelle altre dimensioni della sostenibilità che fanno parte della Snam Esg Scorecard e nell’azione attuata anche in collaborazione con la Fondazione Snam sulle dimensioni della Just Transition. SnamTec, ricorda l'azienda nel Piano, è il programma di innovazione e digitalizzazione del Gruppo a cui saranno destinati circa 450 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano. Si tratta di un programma che raggruppa 52 progetti su 4 macroaree (sicurezza, resilienza degli asset, ottimizzazione dei processi e attività per migliorare la sostenibilità del business) e che consente di effettuare, tra le varie funzioni, un’attività di manutenzione predittiva e di ottimizzazione degli interventi, in modo da minimizzare i costi ed i tempi di fermo macchina, contribuendo alla sicurezza e continuità delle forniture.