Social card e bonus a pioggia, così s'affossa un Paese già povero
Tra bonus, social card e assistenzialismo puro, il Paese non va alla radice dei problemi, continuando a mettere cerotti... Il commento
Un Paese povero gestito da istituzioni caritatevoli? Un Paese senza futuro. Commento
Un Paese povero gestito da istituzioni caritatevoli? Un Paese senza futuro,Questo è quanto si evince da come le istituzioni si comportano di fronte ai problemi economici. I bonus sono stati la caratteristica degli ultimi anni e, nonostante sia stato fatto il pieno durante il covid, finita la pandemia continua ad essere metro delle politiche. E’ dei giorni scorsi la cosiddetta crisi dei mutui a tasso variabile che, al momento, sembra che le energie del governo siano state spese per convincere le banche a dilazionare, senza ulteriori aggravi, le rate aumentate dopo la decisione della Bce (Banca Centrale Europea) di aumentare di tassi d’interesse per combattere l'inflazione.
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Idee di meno tasse sulle case e defiscalizzazione delle transazioni bancarie, per esempio? Nulla! E’ stato confermato il diritto di chi ha pagato meno interessi negli anni passati (rispetto a chi aveva scelto un mutuo a tasso fisso e che oggi non ha il problema degli aumenti delle rate) ad essere preso in cura dallo Stato a spese di tutti gli altri contribuenti.
Assistenzialismo puro! Nel frattempo assistiamo a politiche di promozione del made in Italy come alternativa al carovita… un ossimoro visto che “kmzero” e sovranismo alimentare hanno costi maggiori al consumo.Ciliegina di oggi è l’iniziativa “Dedicata a te”, presentata dalla premier Meloni: 500 milioni per aiutare le famiglie nell’acquisto di generi di prima necessità per combattere il “caro carrello”. Alle Poste (ovviamente! guadagno in casa!) un bonus di 400 euro.
Ma che Paese è questo, che non va alla radice dei problemi e continua a mettere cerotti che i medici del governo pensano si trasformeranno in voti? Come i poveri di oggi potranno continuare a non essere tali e come viene combattuta la povertà in crescita?Quali liberalizzazioni per far crescere il mercato di produzione e lavoro in competitività e qualità?
Per ora vediamo solo soldi per la nuova Alitalia, soldi per il monopolio di balneari, soldi per il monopolio dei taxisti, stipendi al palo, riforme economiche e della scuola solo per favorire l’amor di nazione (liceo del made in Italy)… tutte cose che dovrebbero far gonfiare il petto di quello che il governo considera l’italiano medio, ma non certamente il portafoglio e le libertà economiche ed individuali. Un Paese senza futuro.
*Commento a cura di Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc