Starace va da Putin nonostante Draghi: chi c'era e chi si è adeguato

Il summit imprese italiane-Cremlino organizzato dal presidente russo Putin diventa un caso diplomatico: crescono le tensioni tra top manager italiani e governo

Economia
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Imprese italiane da Putin, alta tensione tra Starace (Enel) e il premier Mario Draghi 

Cresce la tensione attorno al caso diplomatico Russia-Italia scoppiato solo qualche giorno fa. Nel mezzo della crisi in Ucraina (leggi qui per saperne di più) il presidente russo Vladimir Putin ha invitato i top manager delle imprese italiane a un incontro via Zoom per discutere di business e affari. La mossa però non è piaciuta al premier italiano Mario Draghi che, già alle prese con l’elezione del nuovo capo dello Stato, attraverso il suo capo di gabinetto Funiciello, aveva pregato i Ceo delle aziende partecipate dello Stato di non intervenire all’incontro con Putin in quanto “inopportuno” visto lo stato di alta tensione.

Richiesta non accolta dai big dell'imprenditoria italiana che si sono connessi all'unisono: al summit erano presenti il numero uno di Enel, Francesco Starace, il ceo di Pirelli e presidente del Comitato imprenditoriale italo- russo Marco Tronchetti Provera, il numero uno di Unicredit Andrea Orcel e il presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola. Il leader del Cremlino ha confermato che garantirà le forniture alle imprese italiane, aggiungendo di voler favorire "condizioni favorevoli e stabili, sia dal punto di vista sociale che economico, per lo sviluppo dei piani strategici delle imprese italiane". 

Assente al summit, secondo quanto risulta a Dagoscopia, sarebbe stato proprio il numero uno di Eni, Claudio Descalzi che avrebbe così accettato con favore l'invito del premier. A "fare spallucce" sarebbe stato invece il Ceo di Enel, Francesco Starace. Inoltre, secondo quanto risulta a Dagoscopia Starace avrebbe ribattuto a Funiciello: "Intanto decido io", poi "ho dato la mia parola e devo pensare agli interessi della mia azienda". 

Insomma, sottolinea Dagoscopia, si tratta di un ennesimo “screzio tra Starace e il governo che va ad aggiungersi a quello sul futuro energetico del paese: il boss dell'Enel è convinto che il futuro dell'energia risieda nelle rinnovabili, e che queste ci permetteranno di dipendere sempre meno dai gas naturali e dalla volatilità dei loro prezzi: ovviamente il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani la pensa come l'Unione Europea, inserendo nucleare e gas tra le fonti di energia utili alla transizione verde”. 

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