Stellantis, l'agenda del prossimo ceo. Dalla decisione netta sull'elettrico alla scrematura sui 15 marchi
Per il 2025 molti analisti si attendono un rimbalzo di Stellantis: ecco il motivo
Carlos Tavares - John Elkann
Stellantis, la decisione chiave sull'elettrico e il lancio di due nuovi modelli. Le prossime mosse
Carlos Tavares si è dimesso e ora per Stellantis è tempo di guardare al futuro, ma in attesa di stabilire la nuova governance con John Elkann che prenderà la guida del gruppo ad interim, bisogna già pensare all'agenda del prossimo ceo. Il 2025 dell’auto si annuncia davvero cruciale e foriero di grandi, se non grandissimi, cambiamenti. E la poltrona lasciata vuota da Tavares - riporta Il Sole 24 Ore - è già un segnale. Da sottolineare che per il 2025 molti analisti si attendono un rimbalzo di Stellantis e il motivo è semplice: in rampa di lancio ci sono due modelli di grande volume che si chiamano Citroën C3 (già in vendita e finalista del car of the year) e Fiat Panda, in ritardo, ma pronta. Queste due vetture basate sulla piattaforma Smart card e disponibili anche in versione elettrica sono considerate un successo annunciato del gruppo perché si collocano nella fascia di prezzo più abbordabile.
Leggi anche: Stellantis: il super manager Imparato, il giovane erede Peugeot e Francois l'amico di Elkann. Tris di nomi per il dopo Tavares
E ora cosa succederà in Stellantis? Quale strategia industriale e di prodotto verrà scelta? E soprattutto: c’è davvero spazio per 15 marchi? Sono queste le domande a cui il board guidato da John Elkann deve trovare una risposta mentre l’industria automotive europea affronta una crisi epocale di vendite e di identità, tra elettriche che non si vendono e termiche che non saranno prodotte il prossimo anno dai costruttori per non soccombere sotto il peso delle multe Cafe per le emissioni di CO2. L’industria europea dell’auto sta affrontando la sua ora più buia e di certo, con i colossi cinesi che battono alle frontiere, incuranti dei dazi, i grandi costruttori non possono più andare in ordine sparso.
Occorrono strategie nette, assenza di tentennamenti (elettrico subito o elettrico dopo), visioni tecnologiche e capacità di contrastare quelle scelte ecologiche insostenibili che hanno contribuito a generare un disastro industriale impensabile fino a qualche anno fa. E soprattutto l’industria dell’auto europea deve trovare idee e slancio tecnologico rimettendo il prodotto al centro, ma servono sinergie e costi sotto controllo. Questo si può fare solo mettendo insieme le risorse (lo si legge nell’ormai famoso rapporto Draghi). E vuol dire condividere tra gruppi piattaforme e sistemi digitali, powertrain e batterie. Senza dimenticare la cosa più importante: produrre belle auto.