Stellantis, Francia punta alle nozze con Renault: rischio fabbriche italiane

Qualora si realizzasse la fusione, le prospettive per le fabbriche italiane diventerebbero ancora più incerte

di Redazione Economia
Stellantis chiede di riscrivere gli accordi per la Brexit. Foto Lapresse
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Stellantis, la Francia punta alle nozze con Renault: fabbriche italiane a rischio

Il governo francese, azionista sia di Stellantis sia di Renault, punterebbe alle nozze tra i due gruppi per consolidare l'industria nazionale, alle prese con una concorrenza sempre più agguerrita da parte dei competitor tedeschi e soprattutto di quelli cinesi. Una fusione, che secondo quanto hanno dichiarato alcune fonti finanziarie al Messaggero, avrebbe anche l'effetto di bloccare o rendere più oneroso un eventuale ingresso dello Stato italiano in Stellantis. 

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Come riporta il Corriere della Sera, è stato lo stesso ad di Stellantis, Carlos Tavares, ad aver sottolineato la necessità di un consolidamento in Europa in un'intervista a Bloomberg, pur non parlando mai di un'ipotesi di fusione. "Se l’industria automobilistica non si muove, scomparirà sotto l’offensiva dell’industria cinese: io sto solo cercando di capire prima come far sì che la mia azienda abbia successo", ha spiegato Tavares nell'intervista in cui ha indicato le fabbriche di Mirafiori e Pomigliano come gli impianti i cui posti di lavoro sono più a rischio per il "fatto che il governo italiano non sovvenziona l’acquisto di veicoli elettrici". Dichiarazioni che hanno ulteriormente alzato il livello dello scontro con Roma.

Stellantis "via" dall'Italia? La reazione dei sindacati

È "grave e preoccupante che Tavares abbia indicato prospettive incerte per Pomigliano. Un disimpegno in Campania avrebbe esiti pesantissimi per il territorio e per il Mezzogiorno. Chiediamo al governo un impegno maggiore su questa vicenda. Stellantis deve rispettare i patti, esercitare responsabilità sociale, assicurando la salvaguardia di tutti i siti industriali nel Paese. Abbiamo bisogno di sapere quali saranno i modelli che sostituiranno la Panda. È la questione centrale per poter costruire con l'azienda un accordo", dice Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl in un'intervista al quotidiano Il Mattino. "Qui non si tratta di aprire conflitti o fare guerre a una multinazionale, ma i toni che ha usato recentemente Tavares non ci sono davvero piaciuti. Sfiorano il ricatto. Il governo fa bene a pretendere dall'azienda di chiarire i suoi progetti industriali nel nostro Paese. Quello che serve è un patto tra impresa e sindacati sul rilancio del settore auto in Italia" ha aggiunto.

Le prospettive per le fabbriche italiane diventerebbero ancora più incerte se le ambizioni francesi sulla fusione trovassero realizzazione. Per ora si tratta solo di un'ipotesi. L'Italia, nel caso ci fosse un ingresso di Renault nel gruppo, rischierebbe di contare sempre meno. Attualmente il principale azionista di Stellantis è Exor, la holding della famiglia Agnelli, con il 14,2%, il secondo è Peugeot con il 7,1%, ma, tenuto conto di quanto previsto dallo statuto per chi possiede azioni da almeno tre anni, entrambe hanno esercitato la possibilità di aumentare i loro diritti di voto al 23,13% e all'11,1%. Cosa che ha fatto anche Bpi, braccio di investimento del governo di Parigi, che oggi ha una quota del 9,9%
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