Storie tese tra Meloni e Salvini: lotta continua sui vari dossier

Dal caos migranti agli agricoltori fino a Rai e Trenitalia: quante risse tra la premier e il ministro

di Redazione Economia
Matteo Salvini e Giorgia Meloni 
Economia

Storie tese tra Meloni e Salvini: lotta continua sui vari dossier

Diceva Agatha Christie che tre indizi fanno una prova. Ma se gli elementi sono una caterva, che cosa direbbe la maga del “giallo”? Protagonisti: Giorgia Meloni e Matteo Salvini, nemiciamici. Che tra i due non scorresse esattamente buon sangue si era capito ancora prima della formazione del Governo. Mentre il mondo acclamava la fondatrice di Fratelli d’Italia come sicura premier in caso di vittoria, dal palco de La Piazza a Ceglie Messapica Salvini si autocandidava a Palazzo Chigi. Un primo sgarbo. E poi via via: dalla strategia sui migranti a Ilaria Salis, dagli agricoltori fino alle nomine per le aziende partecipate dallo Stato.

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L’ultima polemica, in ordine di tempo, è quella del Frecciarossa messo a disposizione da Trenitalia – in cambio merce – per portare i giornalisti da Napoli a San Remo. Sul convoglio l’amministratore delegato della società dei treni veloci, Luigi Corradi, e il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi. Un caso? Gli addetti ai lavori parlano di un Matteo Salvini fin da subito piuttosto seccato – per usare un eufemismo – di questa inattesa accoppiata. Di più: il ministro dei Trasporti giura agli amici che non ne sapeva nulla e che avrebbe gradito essere avvertito.

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Tant’è che poco dopo emette una nota ufficiale in cui non riesce a nascondere il suo disappunto. I motivi sono tre e si tengono tra loro: il primo è che il Ministro dei Trasporti che non viene avvisato di un’iniziativa di questo tipo è una vicenda un po’ bislacca, che fa il paio con la sosta “a richiesta” di Francesco Lollobrigida qualche mese fa. Ma non basta: la presenza in contemporanea di Rossi e Corradi fa imbestialire Salvini, che teme che la Meloni voglia giocare alle sue spalle una doppia partita per il prossimo round di nomine. Portare l’attuale amministratore delegato di Trenitalia al vertice delle Ferrovie e, al contempo, trasformare Rossi da direttore generale ad amministratore delegato della Rai al posto di Roberto Sergio, che è invece gradito alla Lega.

E dunque Salvini teme che la sua alleata voglia escluderlo da un round di nomine così importante. Anche perché Luigi Ferraris ha il mandato in scadenza e Corradi aspira alla sua successione. Ma c’è di più: la premier ha incontrato ieri mattina proprio Corradi e ha annunciato il via libera alla linea ferroviaria tra Roma e Pescara, senza consultare il leader della Lega. Che pure sarebbe il ministro preposto. Insomma: tra i due è scambio di colpi sempre più pesanti. La lunga marcia che porta al 6-9 giugno e alle elezioni europee è iniziata da tempo, ma sta vivendo uno dei momenti di maggiore tensione. La Meloni, che ha deciso di candidarsi come capolista, vuole lanciare un messaggio chiaro ai suoi alleati di governo: “La leader sono io”. Con buona pace degli altri membri dell’esecutivo.  
 

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