Superbonus, costi fuori controllo: 200 mld. Giorgetti: "Il Paese è assuefatto"

Il retroscena sulla decisione di intervenire da parte del ministro dell'Economia: "Bisogna chiudere subito i rubinetti". Tensioni con il ragioniere Mazzotta

di Redazione Economia
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Giancarlo Giorgetti
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Superbonus, Giorgetti e la decisione di intervenire subito. Il retroscena sul Cdm di martedì

Il governo Meloni ha deciso di intervenire ancora una volta sul Superbonus, la nuova stretta decisa dal Cdm ha portato allo stop della cessione del credito e dello sconto in fattura. Ma il provvedimento ha diviso la maggioranza, con Forza Italia che parla di testo da modificare in Parlamento. Giancarlo Giorgetti si è reso conto che andava fatto qualcosa il 13 marzo scorso, perché - riporta Il Corriere della Sera - stavano rischiando i conti dello Stato e dunque anche lui quale titolare dell’Economia: il ministro non è disposto a mettere la firma su bilanci che intacchino la credibilità di un debitore da quasi tremila miliardi di euro. Se quel giorno di due settimane fa ha determinato la svolta del decreto di martedì, è perché sono usciti i dati dei crediti d’imposta immobiliari a carico dello Stato sui primi due mesi dell’anno.

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La situazione - prosegue Il Corriere - era così fuori controllo che Giorgetti, caustico, la definisce così: "Un Paese assuefatto". A cosa, è ovvio: l’insieme dei bonus per ristrutturazioni delle case degli italiani dall’ottobre del 2020 a questo mese ha verosimilmente superato quota duecento miliardi di euro, visto che a metà novembre era già a 160 e da allora non ha fatto che crescere. Ma il ministro sa che non sarà facile: neanche l’ultimo decreto elimina tutte le code dei Superbonus avviati fra il 2022 e l’inizio del 2023. Nel mirino - secondo quanto risulta a Il Corriere - sarebbe finito il ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta. Il ministro avrebbe già discusso a Palazzo Chigi l’idea di sostituire Mazzotta dopo il Def di aprile, in qualche modo additando lui come il primo responsabile della grande deriva dei bonus.