Tensioni tra governo e Ragioniere generale. Scoppia il caso Biagio Mazzotta

Entro il 24 gennaio Meloni dovrà prendere una decisione. Possibile che resti al suo posto, nonostante sia stato escluso dalle scelte importanti di Palazzo Chigi

Economia

Biagio Mazzotta, una figura chiave per lo Stato: rischia il posto

La premier Meloni entro i primi venti giorni di gennaio dovrà decidere se sostituire o meno alcuni funzionari dello Stato. La riforma della Pubblica amministrazione firmata da Franco Bassanini nel 1997, infatti, dà a ogni nuovo esecutivo tre mesi dal giuramento per cambiare i funzionari pubblici nei ruoli di assoluto vertice e questo termine scade il 24 gennaio. Entro quella data - si legge sul Corriere della Sera - la presidente del Consiglio dovrà decidere che fare. Tra le figure chiave in bilico, c'è anche Biagio Mazzotta, Ragioniere generale dello Stato. Il manager non sembra trovarsi nella lista dei dirigenti pubblici oggi più esposti allo spoils system. Non ci sono indizi evidenti che il governo di Giorgia Meloni voglia usare le proprie prerogative per sostituirlo con una figura più gradita. In teoria potrebbe farlo, ma non sarà facile trovare un sostituto all’altezza in tempi brevi: le competenze per guidare la Ragioneria generale non s’improvvisano.

Questo - prosegue il Corriere - non vuol dire che regni il sereno, fra il nuovo governo politico e uno dei corpi tecnici più indipendenti e strategici dello Stato. Durante la fase difficile e compressa di varo e approvazione della manovra, tensioni e incomprensioni non sono mancate. Di certo per l’intera sessione di bilancio il Ragioniere generale dello Stato, l’uomo che ha in mano i conti nel dettaglio, non è mai stato a Palazzo Chigi: nessuno ce l’ha chiamato. Questa è una rottura con la prassi consolidata di molti governi precedenti, perché la presenza del Ragioniere serve ad avere subito consapevolezza dell’impatto delle singole misure e dei limiti delle compatibilità finanziarie.

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