Tim, l'affondo di Labriola: "Venduta la rete saremo noi i predatori"

Il ceo ha ribadito la necessità di ridurre il numero di operatori nel panorama europeo delle telecomunicazioni

di Redazione Economia
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Tim, Labriola: "Pronti a diventare predatori"

Il closing per la rete con Kkr potrebbe avvenire prima del previsto, secondo quanto riportato dagli investitori che hanno incontrato l'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, durante un road show a Londra organizzato da Intermonte. Il management si mostra fiducioso nell'attuare l'operazione entro i tempi stabiliti, con il possibile raggiungimento del traguardo già a fine maggio, come suggerito dagli analisti. Prima della vendita di un ramo d'azienda, devono trascorrere sei mesi dalla sua costituzione, avvenuta il 24 novembre per la divisione della rete. L'iter autorizzativo presso l'Antitrust dell'UE e il golden power dovrebbero essere completati entro due-tre mesi. L'assemblea è programmata per il 23 aprile, ma gli analisti non escludono la possibilità che il consiglio possa posticipare l'approvazione dei conti, aprendo così la strada al dosing prima del rinnovo del consiglio. Nel frattempo, a marzo, il management presenterà il nuovo piano "senza rete" all'investor day.

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Inoltre, Tim prevede di diventare un attivo predatore sul mercato delle telecomunicazioni dopo aver ceduto la rete. L'amministratore delegato Labriola ha dichiarato in un'intervista con Bloomberg Tv che, una volta ridotto il debito attraverso la separazione da Netco (acquistata da una cordata guidata da Kkr), la società avrà un ruolo attivo nel consolidamento del settore in Italia. Labriola ha ribadito la necessità di ridurre il numero di operatori nel panorama europeo delle telecomunicazioni, affermando che l'operazione con Kkr rientra in un progetto industriale finalizzato alla riduzione del debito. L'ad ha inoltre menzionato la creazione di una rete unica in Italia come un progetto futuro, principalmente a carico di Kkr e del governo italiano, che detiene il 60% di Open Fiber.

Nel frattempo, sorge l'incognita delle intenzioni di Vivendi, primo azionista di Tim con il 24%. Labriola ha sottolineato l'importanza del dialogo con tutti gli stakeholder, incluso Vivendi, cercando alternative al piano di cessione della rete. Tuttavia, fonti vicine al gruppo francese sostengono che non ci sono stati contatti con Tim da sei mesi e che il benestare al piano di separazione è stato dato con l'obiettivo di ottenere un valore superiore dalla vendita della rete. La situazione potrebbe sfociare in una controversia legale, considerando le diverse interpretazioni dei piani presentati in passato.

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