Tim, la guida di Gubitosi resta salda. Riorganizzazione all'esame del board
Che cosa si nasconde dietro il Cda dell’11 novembre. Rumors
Sempre più forti i riflettori su Tim, ancora una volta al centro della cronaca finanziaria. La prima notizia è che il consiglio di amministrazione straordinario dell’11 novembre, voluto da cinque membri del board, non riguarda la sfiducia al Ceo Luigi Gubitosi. Fonti vicine al cda dell’ex-Sip confermano ad Affaritaliani.it che se l’intento primo fosse stata la “testa” del manager la convocazione avrebbe dovuto avere per oggetto qualche notazione intorno alla governance o al ruolo dell’amministratore delegato.
Tra l’altro, fanno notare le fonti consultate, ci sono almeno due bizzarrie: la prima è che un consiglio “urgente” avrebbe potuto anche essere formalmente convocato entro le successive 48 ore, mentre in questo caso si è addirittura attesa una decina di giorni. E poi, come mai non sono state sufficienti le 8 ore di consiglio di amministrazione per presentare i risultati trimestrali per sviscerare a fondo i problemi di Tim?
Da Vivendi trapela calma: a quanto ci risulta, i francesi spingono per un incontro costruttivo in cui cercare di capire come cambiare le cose dopo l’ultimo bilancio. Solo che il mercato non sembra credere a questa versione, prova ne sia la nuova seduta negativa che ha portato il titolo a ridosso degli 0,3 euro per azione.
Né ha contribuito a migliorare il sentiment l’accordo raggiunto con Fastweb – come anticipato da La Stampa – che ha permesso di risparmiare molti soldi. La richiesta dell’azienda guidata da Alberto Calcagno era intorno al miliardo, mentre la transazione si sarebbe concretizzata con il conferimento di “qualche milione” (come ci risulta) e di alcuni accordi commerciali.
Una spada di Damocle da un miliardo su un’azienda che oggi vale meno di 7 miliardi in borsa era un bel peso. Oltretutto, dopo che ad agosto si era raggiunto un altro accordo, questa volta con Vodafone. Eppure il mercato non si convince e ritiene che questo consiglio di amministrazione rappresenti un modo per tenere sulla graticola Luigi Gubitosi anche senza dirlo apertamente.
E soprattutto si cerca di capire quali siano gli aspetti principali del nuovo corso che l’amministratore delegato ha già annunciato (e di cui abbiamo dato conto qui https://www.affaritaliani.it/economia/tim-riorganizzazione-strategica-noovle-sparkle-e-olivetti-i-primi-asset-764539.html) in merito all’eventuale ingresso nelle aziende del gruppo di qualche capitale. La somma dei “pezzi” che compongono Tim è assai superiore alla sua valutazione in borsa e quindi avrebbe senso immaginare una riorganizzazione e un’apertura al mercato.
Ma attenzione: la data dell’11 novembre è anche il giorno successivo a quello della decisione definitiva dell’Ue sull’ingresso di Macquarie in Open Fiber al posto di Enel. Il cda straordinario potrebbe anche essere un modo per avere gli ultimi aggiornamenti sul progetto rete unica. La neutralità tecnologica propugnata da Vittorio Colao per raggiungere entro il 2026 l’Ultrabroadband per tutti non può passare soltanto dalla rete unica. Quello che è certo è che i prossimi 10 giorni saranno fondamentali per il futuro di Tim.