Rete Tim, lo scorporo si avvicina. Kkr-governo pronti alla nuova governance

Fari accesi anche sul dossier Sparkle

di Maddalena Camera
Economia

Scorporo della rete Tim: Kkr e governo pronti alla nuova governance

Si avvicina la data dello scorporo della rete di Telecom Italia. Ai primi di luglio l'infrastruttura che comprende la rete primaria e secondaria dell'ex-monopolista passerà nelle mani di Kkr pur con un forte potere di governance del governo italiano. Una mossa reputata necessaria visto l'alto debito della società. Infatti i 18,8 miliardi che saranno  incassati andranno ad abbattere gli oltre 26 totalizzati dall'ex-gigante delle tlc a partire dal 1999, anno della privatizzazione. Poi una serie di azionisti opportunisti, dai capitani coraggiosi di Colaninno &C, che hanno acquisito la società a debito,  a Tronchetti Provera per finire che l'ultimo socio di maggioranza Vivendi  hanno caricato di passivo i conti di Telecom.

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L'aumento dei tassi di interesse negli ultimi due anni hanno poi portato all'insostenibilità del debito.  E quindi, per risolvere il problema, si è arrivati alla drastica decisione di vendere l'autostrada digitale dei dati degli italiani, dato che nessun competitor, da Open Fiber a Fastweb ha una rete estesa e capillare come Telecom Italia. La newco della rete a regime sarà controllata al 37,8% da Kkr. Adia (Abu Dhabi Investment Authority) e Cppib (fondo pensione canadese)  avranno il 17,5% a testa, il Mef il 16%, F2i il 11,2%.  La newco contenente la rete primaria e secondaria di Tim passerà a Optics Holdco, veicolo costituito da Kkr che sarà affiancato dagli altri partner della cordata.

La Netco, per motivi pratici e per sburocratizzare le procedure, dovrebbe essere chiamata FiberCop, ossia la società  che possiede la rete secondaria di Telecom (in fibra e rame), controllata al  momento al 58% da Tim e per la quota restante da Kkr.  Optics Bidco dovrebbe comprare l'intera partecipazione detenuta da Tim in FiberCop medesima. Inoltre, il transaction agreement prevede la sottoscrizione, alla data del closing dell'operazione, di un master services agreement (Mse) che regolerà i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi da NetCo a Tim a seguito del completamento dell'accordo.

Questo documento  verrà portato da Kkr all'esame dell'Antitrust per la verifica dei dei profili di concorrenza.  La scelta di utilizzare la scatola FiberCop oltre ad accorciare i tempi di costituzione di un nuovo veicolo, garantisce una figura da candidare per la presidenza. La scelta spetta al Mef e il nome atteso è quello di Massimo Sarmi, manager di lungo corso nelle tlc. Il consiglio della società della rete sarà di 11 membri. In cda, oltre ai due amministratori in quota Mef, Kkr avrà quattro posti, tra cui l'ad. Tra i nomi che circolano per questa carica c'è quello di  Luigi Ferraris che però avrebbe poca voglia di lasciare le Ferrovie. Mentre Adia e Cppib avranno due consiglieri a testa e  il fondo infrastrutturale F2i uno. Al termine dell'operazione a Tim resteranno i servizi di tlc fisso e mobile, quelli alle imprese e Tim Brasil che da sola vale circa 6 miliardi di euro. Sparkle invece dovrebbe essere acquisita dal Mef e dal fondo infrastrutturale Asterion per 800 milioni. Nonostante tutti gli sforzi il piano dell'ad di Tim Pietro Labriola non riesce a convincere il mercato e il titolo resta depresso sempre intorno ai 0,22 euro di valore.

Ovviamente uno degli scogli da superare sarà quello dell'occupazione dato che nella società della rete dovrebbero confluire circa 18mila dipendenti, troppi per una società di tlc dato che i competitor (vedi Vodafone) ne hanno circa 6 mila mentre Iliad non supera i mille. Nel frattempo Tim, che per risparmiare non sarà più sponsor della Serie A passata ad Eni dalla prossima stagione, potrebbe firmare un accordo con l'Inter, guarda caso Labriola è tifoso della squadra nerazzurra,  con un esborso intorno ai 2 milioni annui. 

Tim e il dossier Sparkle 

Sparkle e Telecom Namibia, l'operatore nazionale di telecomunicazioni, hanno firmato un accordo per la fornitura di servizi di capacità sul cavo sottomarino Equiano che collega il Portogallo al Sudafrica, con l'obiettivo comune di accelerare il percorso di trasformazione digitale della Namibia. Telecom Namibia, di proprietà del governo della Repubblica di Namibia, gestisce la più grande rete di telecomunicazioni digitali del Paese, servendo oltre 619mila clienti con un ampio portafoglio che comprende soluzioni voce, testo, dati e video. In base a un accordo esclusivo, Sparkle, il gestore di cavi sottomarini del gruppo Tim,  fornirà a Telecom Namibia servizi di capacità sul cavo Equiano garantendo un percorso diversificato e a bassa latenza tra l'Africa e l'Europa, a supporto dello sviluppo digitale della Namibia e della crescente domanda di dati da parte dei Paesi limitrofi.

La partnership offre infatti un percorso diversificato e ad alta capacità per la trasmissione dei dati, riducendo la latenza e migliorando la resilienza della rete, garantendo così la continuità del servizio anche in caso di interruzione dei cavi Sat-3 e Wacs. La connettività ad alta velocità che ne deriva consentirà alle aziende e alle istituzioni governative di accelerare le iniziative di trasformazione digitale, favorendo la crescita economica e spingendo la Namibia verso un'economia basata sulla conoscenza. "Questa alleanza strategica sottolinea il nostro impegno costante nel fornire soluzioni di connettività eccezionali ai nostri clienti e nel promuovere la trasformazione digitale della Namibia. La connessione ad alta velocità e a bassa latenza di Equiano servirà da catalizzatore per l'innovazione e la crescita economica in tutto il Paese- ha detto l'ad di Telecom Namibia, Stanley Shanapinda. Mentre Enrico Bagnasco ad di Sparkle ha puntualizzato che "l'infrastruttura su Equiano si sta rivelando cruciale per l'evoluzione del settore delle telecomunicazioni nel continente africano".

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