Tim, torna l'incertezza. Crolla in borsa. Ubs: "Accordo sulla rete? Non basta"

Le azioni della compagnia tornano in pesante rosso all'indomani del Cda che, secondo gli analisti, non ha rassicurato il mercato su un'inversione del business

Economia
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Il Cda di Tim registra uno stallo sui principali nodi legati al futuro del gruppo

L’assenza di un newsflow positivo a Piazza Affari su eventuali svolte per il business riporta Tim nell'incertezza e il titolo in negativo in borsa. Mentre il Ceo Luigi Gubitosi resta al suo posto la compagnia telefonica ingrana la retromarcia e, dopo la corsa delle precedenti sedute in scia a un possibile sblocco del dossier sulla rete unica in fibra ottica, ormai in stallo da tempo, cede a Piazza Affari il 4% ed è il peggiore del Ftse Mib fin dalle prime battute.

Il titolo di Tim, nella chiusura di Borsa, riesce a risalire leggermente a Piazza Affari perdendo il 2,20% a quota 0,3238 euro/azione

Le azioni del gruppo di tlc sono bersagliate dalle vendite all'indomani del consiglio di amministrazione che ha registrato - di fatto - uno stallo sui principali nodi legati al futuro del gruppo. Dal board "non sono emersi sviluppi particolari", ragionano gli analisti di Equita, che ricordano come la società in un "comunicato molto asciutto, pubblicato ieri a valle del consiglio di amministrazione, abbia reso noto che nel corso del meeting sono state esaminate le difficili condizioni di mercato ed è stato individuato il percorso per la preparazione del piano 2022-24. Inoltre, è stato ricordato che non ci sono negoziazioni in corso relative alla rete o agli altri asset".

Tim, Equita vede la necessità di azioni straordinarie sui costi

Secondo il broker, "la sottolineatura del contesto di mercato sfidante ci sembra possa essere interpretata come la necessità di azioni straordinarie sui costi". Come sottolinea anche Il Sole 24 Ore, Tim non ha chiarito con le sue parole se escluda o meno la disponibilità a cedere il controllo della rete pur di arrivare a un'infrastruttura unica con Open Fiber. Il banco di prova, come si ragiona nelle sale operative, sarà allora la presentazione del nuovo Piano industriale al 2024, aspettando che nel frattempo si chiarisca anche la possibile disponibilità del fondo Kkr a investire ulteriormente in FiberCop (la società che cura l'ultimo miglio della rete, quello dagli armadietti in strada alle case).

(Segue: la view su Tim degli analisti di Ubs...)

La view su Tim degli analisti di Ubs

Anche secondo gli analisti di Ubs su Tim "prevale l'incertezza". Dopo il cda, gli osservatori spiegano come "la visibilità sia molto limitata". Per quanto riguarda le strategie future, "non è chiaro come l'azienda intenda affrontare la crescente concorrenza infrastrutturale di Open Fiber e su quale forza negoziale Tim possa far leva in uno scenario di potenziale tie-up tra gli asset di rete" della tlc con Open fiber.

Ubs definisce "un potenziale accordo sulla rete come un esercizio di protezione dai ribassi piuttosto che un'opportunità di creazione di valore" e vede valore "in uno spin-off tecnico in quanto è probabilmente una soluzione più favorevole agli azionisti". Per quanto riguarda la governance, "notiamo diversi articoli di stampa che indicano dinamiche difficili nel consiglio di amministrazione e critiche verso il top management". Non solo.

Ubs sottolinea il rischio di un "downside" sui target futuri: "Nonostante i due recenti profit warning (luglio e novembre 2021), continuiamo a vedere un potenziale di ribasso significativo per la guidance e il consensus della società. Il messaggio cauto rilasciato dalla società dopo la riunione del consiglio di amministrazione di ieri, che indica un difficile contesto di mercato e le sfide che la società deve affrontare in termini di strategia, performance e organizzazione, sembrano supportare il nostro atteggiamento prudente'". Da qui la decisione di reiterare il giudizio "sell" (vendere) sulle azioni.