Ucraina, Putin ferma il gasdotto Yamal-Europe: l'Italia quanto rischia?
La Russia stoppa i flussi verso ovest da una delle principali vie di rifornimento di gas naturale russo in Europa: gli effetti su Italia e Vecchio continente
Guerra Russia Ucraina, a rischio il 10% delle forniture totali di gas
La battaglia energetica tra Russia e Vecchio continente non intende arrestare la sua corsa: a venti giorni dall'inizio del conflitto tra Mosca e Kiev, la Russia ha deciso di bloccare i flussi verso ovest del gasdotto Yamal-Europe, una delle principali vie di rifornimento di gas russo in Europa. Secondo quanto rileva l'agenzia di stampa Reuters e i dati sul campo tra Polonia e Germania, il blocco dei flussi verso ovest starebbe impedendo al colosso russo Gazprom di trasportare il 10% delle forniture totali di gas proveniente dalla Russia.
Sul gasdotto Yamal-Europe ci sono offerte preliminari per flussi in direzione est, verso la Polonia dalla Germania, da 4,3 milioni di kilowattora all'ora fino a domani mattina, secondo i dati dell'operatore del gasdotto Gascade. I flussi attraverso Nord Stream 1 sono invece stabili a 71.952.390 kWh/h, secondo i dati dell'operatore. Per la fornitura in Slovacchia dall'Ucraina attraverso il confine di Velke Kapusany, la capacità nominale è stata di circa 882.526 megawattora al giorno.
Notizia che ha fatto scattare in rialzo i prezzi del gas naturale in Europa: all'hub di iferimento ttf il contratto viene scambiato a 124 euro per megawattora, in crescita dell'82%. Uno stop però non così nuovo: già nella mattinata del 3 marzo scorso il flusso era drasticamente diminuito, per poi interrompersi del tutto. Ora, la mossa da parte del presidente Vladimir Putin si inserisce in un quadro ancora più “aspro” delle sanzioni europee contro Mosca.
Nella giornata di oggi infatti il Consiglio europeo ha concordato a Bruxelles un quarto pacchetto di misure restrittive che "contribuiranno ulteriormente ad aumentare la pressione economica sul Cremlino e paralizzeranno la sua capacità di finanziare l'invasione dell'Ucraina". Tra le quali il divieto di qualsiasi transazione con alcune imprese statali russe in diversi settori riguardanti il complesso militare-industriale del Cremlino, come quello siderurgico che infliggerà perdite pari a circa 3,3 miliardi di euro per le esportazioni per la Russia. O ancora lo stop all'export di beni di lusso al fine di colpire direttamente le élite del Cremlino. Vengono poi presi di mira anche nuovi elenchi di attori attivi nella disinformazione.
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In ogni caso, alla luce di una questione energetica sempre più instabile, Bruxelles, Italia compresa, si è detta pronta a mettersi al lavoro per “diversificare le fonti energetiche”, come ha annunciato pochi giorni fa la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Da parte sua l'Italia sta cercando di aumentare le forniture di gas da Algeria, Libia e Azerbaijan: il Paese è il primo in Europa per stoccaggi di gas con un totale di 74,1724 TWh, immagazzinando il 23,4% dell’attuale capacità europea. E sono ben cinque i valichi italiani, secondo i dati riportati da Repubblica, che connettono la rete nazionale del gas con gli altri Paesi: "Passo Gries (Verbania), collegato con il Nord Europa, Tarvisio (Udine) per il gas russo, Melendugno (Lecce) per quello proveniente dall’Azerbaijan, Melendugno (Trapani), per l’Algeria e Gela (Caltanissetta), collegata alla Libia".
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Il piano di sicurezza energetica nazionale guidato da Eni, secondo quanto riportato questa mattina sempre da Repubblica, ha come obiettivo quello di porre fine alla dipendenza dal gas russo, trovando per fine 2023 forniture diverse per metà dei 29 miliardi che provengono oggi da Mosca.
Nemmeno due settimane fa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato ad Algeri con l'obiettivo di porre le basi per un “rafforzamento energetico” tra i due Paesi. “Ho evidenziato alle autorità algerine l'impatto che la crisi rischia di avere anche sulla sicurezza energetica italiana ed europea, per mitigarne gli effetti occorre aumentare le forniture energetiche da diversi partner internazionali e tra questi l'Algeria, da sempre fornitore affidabile, ha un ruolo fondamentale", aveva dettoil ministro degli Esteri al termine dell'incontro dell'incontro nella capitale algerina con il suo omologo Ramtane Lamamra.
“Il governo italiano, aveva aggiunto Di Maio, è impegnato a fronteggiare con la massima determinazione ogni effetto delle sanzioni alla Russia e la visita di oggi ad Algeri è la testimonianza evidente che non perderemo neanche un istante per farlo. Il nostro obiettivo è tutelare famiglie e imprese italiane dagli effetti di questa atroce guerra". Parole che trovano conferma nelle notizie degli ultimi giorni: l'Europa si è detta più unita per fronteggiare la “crisi energetica” ed “economica”, valutando sia il lancio di Eurobond per mitigare gli effetti della retrocessione che lo studio di un Recovery energetico comunitario.