Ue, von der Leyen vuole Mario Draghi alla guida del Global Gateway

Per contrastare lo strapotere cinese, l'Europa studia un progetto dal valore iniziale di 300 mld per connettersi con l'Asia, l'Africa e il Sud America

Mario Draghi
Economia

Ue, Ursula von der Leyen vuole Draghi alla guida del Global Gateway per competere contro la Cina

Super Mario sta per fare il suo ritorno. Ursula von der Leyen ha fatto il suo nome: vuole che sia l’ex premier italiano a guidare il Global Gateway, il nuovo progetto europeo per le infrastrutture (fisiche e digitali) su scala globale, con una dotazione di 300 miliardi iniziali, per competere con la Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta.

Lo scopo è di creare un network di infrastrutture e connessioni per ridurre la dipendenza europea dalla Cina, ma anche l’influenza cinese nel resto del mondo, soprattutto nei Paesi meno sviluppati. L’indiscrezione è stata lanciata dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, che sottolinea come diversi Stati europei vedrebbero in Draghi il candidato ideale per guidare questa nuova importante sfida europea.

Ma l’indiscrezione di un incarico europeo di Mario Draghi non è del tutto nuova. Noah Barkin, Managing director del gruppo di ricerche e consulenza Rhodium Group, ne ha parlato nella sua newsletter a inizio gennaio, condividendo la necessità di nominare uno leader competente per rilanciare il piano infrastrutturale Global Gateway, che vuole sviluppare connessioni con i Paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sud America.

Presentato da Ursula von der Leyen nel 2021 con l’obiettivo non solo di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici e al miglioramento dei sistemi sanitari, ma anche e al rafforzamento della competitività e della sicurezza delle catene di approvvigionamento globali, la Ue e gli Stati europei, tra il 2021 e il 2027, mobiliteranno fino a 300 miliardi in 4 settori chiave: tecnologie digitali; clima ed energie; trasporto; sanità; istruzione e ricerca.

La strategia sarà attuata attraverso un approccio Team Europa, che riunisce l’Ue e gli Stati membri con le loro istituzioni finanziarie e di sviluppo, comprese la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Ma si punta anche a mobilitare il settore privato.

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