UniCredit, dopo l'ingresso in Commerzbank parte il risiko europeo. Ira dei tedeschi che non vogliono italiani
Ecco che cosa c'è dietro al blitz del ceo Orcel (con tanto di chiamata di cortesia ai vertici). Scholz sempre più in difficoltà. Titolo in rialzo a Piazza Affari
La mossa di UniCredit in Germania. Con Commerzbank parte il risiko europeo
UniCredit è entrata nella seconda banca tedesca con un vero e proprio blitz che ha colto totalmente allo sprovvista il Governo tedesco mettendo ancora più in imbarazzo il cancelliere Olaf Scholz. A 24 ore dall'annuncio il titolo della banca italiana è in rialzo a Piazza Affari a +0,72 a 36,415 euro. Così il ceo di UniCredit Andrea Orcel si muove verso la Germania ed entra con decisione nel capitale di Commerzbank. La banca italiana ha annunciato ieri di avere in mano il 9% del capitale dell’istituto tedesco in via di privatizzazione. Si tratta di un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi (di cui 700 milioni circa in Abb), e un impatto di soli 15 punti sul Cet 1 – che non modifica la generosa politica di distribuzione attuale di UniCredit – il gruppo italiano piazza un colpo con esiti tutti da scrivere, ma con il chiaro intento di strutturare un’alleanza cross-border che, se realizzata, potrebbe creare la prima banca tedesca. E ridisegnare gli equilibri del sistema bancario europeo.
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Una metà della quota - prosegue Il Sole - è stata acquistata nell’ambito dell’accelerated book building avviato nelle ultime ore dal Governo tedesco (che deve ridurre la propria partecipazione dal 16,5% iniziale) nell’istituto salvato nel 2008. Il restante 4,5% è stato acquistato invece direttamente da UniCredit sul mercato nelle scorse settimane. Di certo UniCredit ha messo sul tavolo la migliore proposta finanziaria, battendo anche quelle di competitor del calibro di Bnp Paribas e Ing, tanto che le azioni di Commerz le sono state assegnate nell’ambito del rispetto del "principio dell’efficienza economica", come evidenziato dal Governo federale tedesco. Parole e messaggi che puntano da subito a smussare gli angoli di un confronto, anche politico, destinato a durare.
Il tema del contendere – l’acquisto di una grande banca tedesca da parte di un’italiana – ha immediatamente suscitato la levata di scudi dei sindacati tedeschi, timorosi di possibili tagli. Lo stesso ceo di UniCredit ieri ha fatto una telefonata di cortesia ai vertici del gruppo tedesco, pur senza sollevare questioni strategiche come una potenziale acquisizione. Messaggi di pace a parte, l’intenzione chiara di Orcel è quella di proseguire nel rafforzamento della partecipazione: il Governo tedesco ha ancora in mano il 12% del capitale da dismettere in vista della privatizzazione, quota che peraltro rimarrà congelata almeno per i prossimi 90 giorni. Per andare oltre la quota del 10% serve però l’ok della Bce. E proprio in vista di questo possibile superamento "UniCredit presenterà alle autorità competenti, se e quando necessario, le istanze autorizzative".