Unipol, troppo alto compenso da 5 milioni a Cimbri. Malumore degli azionisti

La maxi-remunerazione al presidente del gruppo assicurativo fa storcere il naso al fondo americano Blackrock (ma anche a investitori italiani)

di Andrea Giacobino
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Unipol, gli azionisti si oppongono al maxi-compenso da oltre 5 mln del presidente Cimbri

Il prossimo 3 luglio le azioni UnipolSai usciranno dal listino dopo l’opa andata a buon fine lanciata dal gruppo Unipol mentre il gigante assicurativo presieduto da Carlo Cimbri ha manifestato interesse verso il Monte dei Paschi di Siena, salvo poi smentirlo. Eppure alcune mosse recenti di Unipol hanno incontrato il malumore dei grandi fondi internazionali che si sono palesati a Bologna all’assemblea dei soci dello scorso 24 aprile, il cui verbale è stato da poco depositato.

All’assise erano presenti 728 azionisti pari al 75,5% del capitale e all’83,7% dei diritti di voto. Se i punti all’ordine del giorno relativi al bilancio 2023 e alla distribuzione del dividendo sono stati approvati dai soci quasi all’unanimità (spinti da quasi il 40% dei diritti di voto in mano alle cooperative), le cose sono andate ben diversamente relativamente al punto 2 all’ordine del giorno riguardante le remunerazioni per il consiglio d’amministrazione e i top manager previste per l’anno in corso (prima parte) e quelle adottate nel 2023 (seconda parte).

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Lo scorso anno, in particolare, Cimbri ha incassato compensi per complessivi 5,2 milioni di euro fra componente fissa e variabile. Ebbene: contro la prima parte si sono espressi ben 500 soci portatori dell’11,6% dei diritti di voto e sulla seconda parte gli azionisti contrari sono saliti a 567 per oltre il 12% dei diritti di voto. Tra i voti contrari quelli di grandi investitori esteri come Blackrock, Fidelity e Norges Bank (il grande fondo norvegese) e di gestori italiani come Anima.