Urso ufficializza il passo indietro: "Extraprofitti? Basta con misure simili"

Il ministro del Made in Italy difende il provvedimento sulle banche ma allontana l'ipotesi di estenderlo ad altri settori

di Redazione Economia
Adolfo Urso
Economia

Governo, la stangata alle banche non avrà seguito in altri settori. Il ministro Urso chiarisce la questione

La stangata decisa dal governo Meloni alle banche ha avuto ripercussioni non solo sui mercati ma anche all'interno della stessa maggioranza. La tassa sugli extraprofitti non è piaciuta a tanti, su tutti a Forza Italia che ha ribadito con forza la necessità di apportare modifiche alla misura in Parlamento, specie perchè penalizzerebbe tra le altre banche anche Mediolanum, un asset strategico del gruppo Fininvest. L'esecutivo però una decisione l'ha presa, non farà più interventi simili su altri settori. Ad ufficializzare la decisione è stato il ministro Adolfo Urso. "Non ci sono - ha spiegato il ministro nel suo intervento al meeting di Rimini di Comunicazione e Liberazione - altri settori in cui sia una così evidente divaricazione". Quella sugli extraprofitti delle banche, ha precisato comunque Urso, "è una misura giusta, non è una misura di destra o sinistra ma equa".

Anche se "c’è il confronto in Parlamento, tutto si può migliorare", conclude. Anche perché sul progetto di tassazione straordinaria è atteso il parere di competenza della Banca centrale europea (Bce), richiesto dallo stesso ministero dell'Economia e delle finanze che, secondo anticipazioni di stampa, consisterà in una netta censura del provvedimento, che Christine Lagarde riterrebbe potenzialmente dannoso per l’economia.

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Urso è tornato anche sul tema del taglio al cuneo fiscale. Dopo i due interventi operati negli scorsi mesi dal governo, con la scorsa manovra e con il dl Lavoro, il ministro sottolinea la necessità di "renderli strutturali: per questo servono le risorse in finanziaria". Per Urso occorrerebbe arrivare "fino a cinque punti di taglio", perché questo tipo d’intervento "è il modo migliore per sostenere il lavoro italiano, per incentivarlo. Noi dobbiamo assolutamente alzare la retribuzione dei salariati e, per farlo, la via maestra è rendere strutturale i due tagli al cuneo fiscale che abbiamo realizzato".

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