Cronache

Vannacci e politically correct, “fascismo autobiografia di questa nazione"

di Maurizio De Caro

Uno spazzino sarà sempre uno spazzino, un africano sarà sempre un africano, un cretino sarà sempre un cretino

Il politically correct ucciderà la libertà d'espressione

In principio furono i busti di Mussolini sull’etagere del Presidente La Russa a essere additati come insopportabili esempi di “politicamente scorretto” e poi il Duce? figuriamoci. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che dopo le rocambolesche esternazioni del Generale Vannacci, si scatenasse l’inevitabile corsa a chi può essere il più scorretto di tutti. I temi sono molto importanti ma quello che si evince è che vivevamo, fino a ieri, in un limbo di auto-censura, dove anche l’opinione su una tendenza sessuale poteva diventare argomento di sanzione penale e civile (De Zan ce ne liberi).

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Insomma se non posso insultare chi voglio che libertà è? E poi perché devo usare un linguaggio paludato e circonvoluto invece di andare al sodo? Mi pare che il rumoroso dibattito che si è sviluppato immediatamente stabilisce il principio che niente e nessuno debbano porsi al di sopra dello sberleffo, della satira, e addirittura della stigmatizzazione. Mi spiego meglio, il concetto di Famiglia è quanto più articolato e vacuo che esista, coppie, single, due uomini, due donne, o multipli vari, ma dopo la beatificazione della Murgia, e Murgine e Murgini, tutto sembrava spostato verso quello che poteva essere diverso da quanto la tradizione aveva giustamente desiderio di tramandare.