Vendete Poste italiane ai dipendenti

Prodi ha provato per ben due volte a fare cassa con le dismissioni, ma cosa ha risolto? Ora siamo punto e a capo

L'opinione di Ezio Pozzati
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Economia

Poste e l'errore di cedere quote al mercato

Il Governo Meloni è intenzionato a cedere il 13,26% delle azioni di Poste Italiane, possedute attraverso il Mef, per un controvalore di circa 1,8 miliardi. In questo caso non c'è alcun bisogno di fare domande: il problema di tutti i Governi in Italia è la liquidità.

Abbiamo assistito in due occasioni allo smantellamento delle Partecipazioni Statali 1996-98 e 2006-08 tutte guidate dall'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi. Domanda: Prodi ha provato per ben due volte a fare cassa con le dismissioni, ma cosa ha risolto? Ora siamo punto e a capo.

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Le Poste Italiane sono un punto di riferimento per tutta la popolazione italiana perché “cederle”? Hanno ragione i dipendenti ad essere preoccupati? Ebbene, come al solito proviamo a dare un suggerimento.

Anziché far intervenire Fondi Sovrani, banche o speculatori vari non sarebbe più interessante far partecipare i 120mila dipendenti per un importo medio di 10mila euro ciascuno realizzando un totale di 1,2 miliardi magari utilizzando anche il Tfr (sempre se il titolare è d'accordo)?

Per i restanti 600 milioni di euro quelli si potrebbero tranquillamente rastrellare sul mercato borsistico senza avere scossoni in borsa? Sarebbe questa una soluzione meno “dolorosa” e forse più equa? Dove sta scritto che non si può fare tutto in casa? Vedremo…

 

 

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