Via libera dall'Ue al piano italiano di 750 mln di aiuti di Stato per le Pmi
La Germania ha ottenuto dalla Commissione europea un sostegno maggiore dell'Italia, circa 6,6 miliardi di euro
Ok dall’Ue agli aiuti di Stato per le Pmi
Nell'incertezza economica derivata dallo scoppio della guerra in Ucraina, arriva dall'Ue il via libera allo schema italiano per sostenere le piccole e medie imprese (PMI) e le società a media capitalizzazione, con un budget di 750 milioni di euro.
Il piano italiano è stato approvato nell'ambito del Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato in situazioni di crisi, che mira a sostenere settori chiave per la transizione green e la riduzione della dipendenza dai combustibili. Tale quadro è stato inizialmente adottato nel marzo 2023 e successivamente modificato a novembre dello stesso anno.
Pur riconoscendo che l'Italia ha ottenuto un sostegno sostanziale, è da notare anche che la Germania ha ricevuto lo scorso 10 agosto un regime di aiuti ancora più ampio del nostro Paese, pari a 6,5 miliardi di euro. Il notevole divario tra gli aiuti concessi all'Italia e quelli destinati alla Germania potrebbe generare interrogativi sulla distribuzione equa degli aiuti tra gli Stati membri dell'Unione Europea. Tuttavia, va considerato che la Germania rappresenta la principale economia europea e gode di un solido sostegno alle proprie aziende e questo potrebbe aver influito sulle decisioni della Commissione Europea nell'assegnare un sostegno proporzionato ai due paesi.
Gli aiuti italiani prenderanno la forma di garanzie statali, con l'obiettivo di garantire alle Pmi l'accesso ai finanziamenti necessari per affrontare le difficoltà economiche. Tuttavia, ci sono dei limiti stabiliti da rispettare per evitare distorsioni del mercato: fino a 280.000 euro per le aziende agricole, fino a 335.000 euro per quelle nei settori della pesca e dell'acquacoltura, e fino a 2 milioni di euro per le aziende in altri settori.
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Sebbene gli aiuti rappresentino una soluzione temporanea, è importante che l'Italia e gli altri Stati membri lavorino su soluzioni a lungo termine per rafforzare l'economia e ridurre la dipendenza dagli aiuti di Stato. Questo potrebbe includere investimenti strategici in settori chiave come la ricerca e lo sviluppo, l'istruzione e la formazione professionale, nonché l'innovazione tecnologica per promuovere una crescita economica sostenibile.