Lo sguardo libero
Angelica Bianco: “Le Pmi rafforzino il loro capitale quotandosi in Borsa”
“Positivo il Disegno di legge sulla competitività dei capitali approvato dalla Camera”
“Il sistema industriale italiano è storicamente dipendente dalle banche e la proprietà teme di condividere le decisioni”
Per gestire le turbolenze del 2024, anno che, tra guerre, costo del denaro su livelli alti, recessione lì lì per esplodere, le Pmi italiane, apprezzate in tutto il mondo per le loro eccellenze produttive e tecnologiche, rischiano di uscire sconfitte dall’agone internazionale per mancanza di capitali. Che cosa fare? Una delle soluzioni è la capitalizzazione in Borsa. Ne parliamo in questa intervista con Angela Bianco, già vicedirettore de "La Discussione", editorialista de "Le Banche d’Italia", direttore editoriale della casa editrice Magi. Tiene anche seminari di marketing e comunicazione presso il Politecnico di Torino. È ceo della "Bianco Consulting", con sede in Milano e presidente di Confassociazioni Marche.
Angelica Bianco, perché le Pmi temono la quotazione in Borsa?
Secondo uno studio della Livolsi & Partners, condotto su un campione rappresentativo di una quarantina di azienda con fatturato dai dieci ai 900 mln/anno, le Pmi sono a frenate a quotarsi in Borsa. La ragione: per il 35% la trasparenza, la paura cioè di rendere pubblici i propri report, per il 30% la scarsa predisposizione a condividere obbiettivi e risultati, ossia di avere periodici confronti con gli investitori (il mercato) e rappresentanti terzi nei CdA, per il 25% la mancanza di struttura manageriale esterna poiché la presenza nei ruoli apicali è solamente parentale e per il restante 10% le spese di quotazione, che mediamente assorbono tra il 5% e il 15% del controvalore dell’offerta. Il sistema produttivo italiano è storicamente dipendente dalle banche, dall’altro la proprietà teme di condividere le decisioni.
Cosa comporta tutto ciò?
Le nostre aziende non possono investire in crescita, innovazione e in manager capaci. Le nostre eccellenze produttive mondiali rischiano di essere acquisite da aziende estere.
È anche un tema di mancanza di conoscenza?
Le nostre aziende sanno prendersi le proprie responsabilità e sempre più conoscono le opportunità e i vantaggi della cosiddetta finanza alternativa: dal private equity e venture capital alle forme di finanziamento in debito (minibond, crowdfunding, invoice trading, direct lending) o, appunto, alla quotazione in borsa su listini specifici per le Pmi, come Euronext Growth Milano. È però fondamentale che il Governo assecondi tale tendenza favorendo una maggiore diffusione di queste pratiche con nuovi strumenti normativi, informativi e agevolazioni fiscali.
Qual è la sua opinione sul Ddl Capitali, approvato dalla Camera ieri e che ora passerà in terza lettura al Senato?
Positivo. Il provvedimento, anche se qualche osservatore ha espresso dubbi sul fatto che le nuove regole sui posti in Cda rischiano di creare squilibri, stimolerà la crescita finanziaria attraverso norme di semplificazione e agevolazioni per le società che si apprestano al collocamento in Borsa o all’emissione di obbligazioni. Tutto ciò dovrebbe contribuire ad attrarre risorse a Piazza Affari e facilitare le Pmi a rafforzare il proprio capitale.
Anche i privati dovrebbero investire nel capitale delle imprese?
Bisogna spingere le imprese ad apportare più capitale con conseguenti minor imposte sul reddito. Dall’altro lato bisognerebbe incentivare i privati a investire nel capitale delle imprese, delle Pmi e più in generale delle non quotate. Esistono già strumenti in questo senso, come i Pir (Piani individuali di risparmio), che si rivolgono soprattutto a società quotate.
Come cambia la percezione del mercato di una società quotata?
La quotazione in borsa può anche fornire alle Pmi un meccanismo per valutare il loro valore in modo obiettivo. Il prezzo delle azioni di una società quotata in Borsa è determinato dal mercato stesso, il che può essere un'indicazione significativa della percezione del valore della società da parte degli investitori. La quotazione in Borsa può fornire alle Pmi uno strumento per incentivare e trattenere il personale chiave attraverso l'offerta di opzioni su azioni o altri strumenti di partecipazione agli utili.
Che dire della Governance?
La quotazione in Borsa può contribuire a migliorare la governance aziendale e la gestione della società. Le società quotate sono soggette a regolamentazioni più rigorose e standard di trasparenza che possono aiutare a rafforzare le pratiche di corporate governance e a promuovere una gestione aziendale più responsabile e orientata al valore per gli azionisti.