Volkswagen frena la crisi con un taglio ai costi per 4 miliardi: verso la chiusura di tre fabbriche
Attesa per i risultati del terzo trimestre. Stipendi ridotti fino al 10%, scioperi e proteste dei sindacati
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Volkswagen, taglio dei costi da 4 miliardi e stipendi ridotti: scoppia la protesta
Volkswagen ha avviato un piano di taglio costi da 4 miliardi di euro, che prevede riduzioni degli stipendi fino al 10% e la sospensione degli aumenti salariali per il 2025 e 2026. La manovra firmata dal Ceo Oliver Blume, punta a far fronte alle difficoltà che l’azienda incontra sul mercato europeo, dove la domanda è in flessione e la concorrenza dei produttori cinesi si fa sempre più agguerrita. Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore, l’obiettivo di Volkswagen è contenere le spese operative e migliorare la competitività, anche se i sindacati accusano il management di far gravare l’onere del piano di ristrutturazione sui lavoratori, senza un chiaro piano di rilancio per il gruppo. Inoltre, il consiglio di fabbrica ha annunciato che saranno chiusi anche tre impianti in Germania.
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La risposta dei lavoratori non si è fatta attendere: oggi in undici stabilimenti tedeschi si sono tenute diverse assemblee e i dipendenti si sono fermati per un’ora, bloccando la produzione. La tempistica di questa crisi non potrebbe essere più critica: a metà settimana Volkswagen renderà noti i risultati del terzo trimestre, con un calo previsto sia nelle vendite che nei profitti, mentre già a fine settembre il gruppo aveva emesso il secondo profit warning in appena tre mesi. Al momento, le trattative tra sindacati e azienda non hanno portato a nessun risultato concreto. Senza un accordo, dal 1° dicembre i lavoratori potrebbero avviare scioperi estesi in tutta la Germania, mettendo ulteriormente a rischio la produzione.