“Emanuela Orlandi e l’altra zozzetta”: Parole choc nell’audio contro Wojtyla
Alessandro Ambrosini si scaglia contro "Chi l'ha visto?" per non aver censurato alcuni termini l’audio “rubato” a Marcello Neroni nel 2009
"Emanuela Orlandi e l'altra zozzetta": bufera su "Chi l'ha visto"
“Chi l’ha visto” nella bufera per il caso di Emanuela Orlandi. Il motivo? I termini volutamente non “censurati” nell’audio contenente le accuse nei confronti di Wojtyla e pronunciati da Marcello Neroni, sodale di Enrico De Pedis all’interno della Banda della Magliana. Termini che, invece, erano stati oscurati dal giornalista Alessandro Ambrosini, che nel 2009 aveva registrato l’audio. Questi, nel suo blog “Notte Criminale” si è rivolto direttamente alla conduttrice Sciarelli, che durante il programma ha ripetuto più volte uno dei termini che per il momento non è possibile ascoltare.
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“Non capisco perché abbia voluto parlare del termine “zozzette”, con la signora Natalina Orlandi in studio, davanti al suo pubblico. Quando pubblicai l’audio su Notte Criminale, decisi di “nascondere” alcuni termini offensivi nei confronti di Emanuela, del cardinale Casaroli e di Giovanni Paolo II. E li nascosi per evitare il pubblico ludibrio nei confronti dei protagonisti di questo racconto che ancora è congettura”.
Lei l’ha reso pubblico sapendo benissimo che non raccontava niente di più sul caso di Emanuela, in termini investigativi. L’ha citato ripetutamente – e non fatto sentire dalla registrazione – perché sapeva che per correttezza avrebbe dovuto chiedermi di poterlo mandare in onda e di conseguenza spiegarmi come ne era entrata in possesso lecitamente, assumendosene la responsabilità diretta. Lei ha volutamente ripetuto quella parola, che è nella logica e nel linguaggio di un personaggio il cui spessore criminale è stato appurato nel tempo, con l’aggravante di non sapere di essere registrato. E l’ha ripetuta giustamente indignandosi, creando però un pregiudizio sulle parole di Neroni. Come se una definizione “di strada” definisse il valore di ciò che stava dicendo in quel momento. Mi stupisce che lei, dopo anni d’inchieste, non abbia mai sentito delle intercettazioni telefoniche, o ambientali, corredate da offese, bestemmie e ogni genere di turpiloquio possibile".
Emanuela Orlandi, l'audio contro Wojtyla e i termini choc usati da Neroni
E ancora: "La presenza e i giudizi di Antonio Mancini, hanno indirizzato in modo evidente lo scopo principale della puntata: delegittimare l’audio e salvaguardare il nome di Giovanni Paolo II, oltre ogni ragionevole dubbio. Omettendo anche i nomi dei cappellani nello spezzone della registrazione che ha fatto sentire. Legittimo, ma incomprensibile visto che non venivano citati i cognomi. Nulla avviene per caso e tutto ha uno scopo quando si organizza una trasmissione televisiva in modo professionale, dalle battute al viso contrito”. Poi conclude:” Ci riprovi dott.ssa Sciarelli. Ci riprovi a smontare quell’audio. E lo faccia bene la prossima volta. Lo faccia e lo sotterri in modo definitivo. Ne sarei felice. Dimostri, oltre ogni ragionevole dubbio, che è una “chiacchiera da bar”. Come lei l’ha definito superficialmente. La verità non si costruisce per come vogliamo sentirla, la verità la si accetta per quello che è".