Sanremo e il “non monologo” di Sabrina Ferilli

Su Affaritaliani.it il testo integrale del monologo di Sabrina Ferilli

di Sabrina Ferilli
Spettacoli
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Sanremo 2022, Sabrina Ferilli e il monologo all'Ariston 

Amadeus, vieni con me. Io non ho monologhi, stasera. Quando ho saputo che c'era questa possibilità, delle domande me le sono fatte. Mi son chiesta: ma hai un monologo? Questi son stati due anni molto duri, dove di monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, e oltretutto molti temi sono stati trattati negli anni e anche dalle altre mie bravissime colleghe. E allora mi son messa a pensare a cosa avrei potuto dire, approfittando di questo spazio. Facevo queste piccole riunioni in famiglia, pensando ai temi, civili, sociali, sull'umanità, che sembrava difficile fare una scaletta.

Mi son detta: parla di famiglie, un tema importante, di donne che fanno tanto per mandarle avanti, c’hanno figli, lavorano, educano, è roba articolata, il ruolo della donna nelle famiglie. Ma mi son detta: figli non ce l’ho, sono un’attrice avviata, ho pure un marito benestante. Perché devo andare a tutti sulle palle così, d'acchitto, mi son detta: non è il caso? Mi son detta: parlo di uomini, che hanno troppo potere, che troppo spesso decidono per le donne, che ricoprono tutti i ruoli della gerarchia. Ho detto: chiedo se lo posso fa’ sto monologo, agli uomini che comandano? Non mi pare il caso.

M’hanno consigliato: trattiamo di un argomento che coinvolge tutti, la bellezza. No la bellezza dell’asino, quella che piace a te: no, quella più profonda, la bellezza interiore, dell’imperfezione… ma so’ quattro giorni che mangio radici pe’ entra dentro sto vestito, e non avevo una grande credibilità, ebisogna essere credibili. Dicono: "la bellezza capita", ma ci si lavora anche parecchio, non è che capita.

M’hanno detto: parla di amori, anche di quelli asfissianti, di dipendenze amorose. Ma mi son detto: qui c’è Amadeus che sui social c’ha il profilo di coppia, che se scrivi a lui devi prima scrivere a Giovanna, che voi di’, se non sono dipendenze queste! Poi c’è Morandi che quello senza Anna manco sa mette un post su instagram e a momenti si fa squalifica’, appena si muove da solo.

Allora ho pensato ad altri temi importanti; di femminismo, di body positivity, di mansplaining, di schwa, di inclusione. Sono argomenti importanti: ma per parlare di questi argomenti bisogna che lo faccia chi su questi ci si sporca le mani davvero, che studia, li conosce, e magari da palcoscenici un po’ meno scintillanti di questo. Io sono rispettosa delle competenze altrui, ognuno deve parlare di quello che sa, sennò qui a Sanremo nel sottopancia mi sarei fatta scrivere attrice, e poi virologa, allenatrice di calcio, esperta di calamità naturali, che sono grossomodo tutti i temi dell’italiano medio sui social. Sanno parlare di tutto, di tutto: ci vuol pure coraggio.

E quindi mi hanno detto: che fai, non parli? E poi m’hanno detto parla di riscaldamento della terra, di sovrappopolazione, di disparità salariale... ma alla fine mi so’ detta: ma perché la presenza mia deve essere per forza legata a un problema, stasera? Mi sbaglio? Ma perché per star qui ti devi associare a un problema cosmico? Perché devo cerca' un senso alla mia presenza oltre quello che sono? Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, i miei amori, la mia professione, la tenacia con cui mi sono presa quello che dovevo.

E quindi le cose migliori che mi potevano accompagnare su questo palco stasera sono questa qua, e credo siano quelle che possono accompagnare tutte le donne, ovunque: la nostra storia. Chiaramente se io ho scelto questa strada non è che non sappia veramente cosa succede, quante cose sono da cambiare, quante da aggiustare, non sono una di quegli stolti come nel film "Don’t look up" di Leonardo Di Caprio che mentre la cometa punta dritta verso la Terra si gira dall’altra parte o va su Telegram a vedere cosa succede. Ecco, no, non sono una di queste. Sto nella mia linea. È che semplicemente ho scelto questa strada, della leggerezza perché, come diceva Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con un cuore senza macigni, e perché la leggerezza non è superficialità.

 

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