Vasco Rossi contro il governo: "Si va verso l'autoritarismo"

Il rocker: "Le libertà vengono derise"

di redazione spettacoli
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Vasco Rossi: "Vi racconto il mio rapporto con le droghe"

Vasco Rossi decide di raccontarsi senza censure, il rocker ha appena ritirato la "Pergamena della Città di Milano", per celebrare il suo legame con il capoluogo lombardo, a partire dal record di 36 concerti a San Siro. A consegnargli il riconoscimento è stato il sindaco Beppe Sala. Vasco ha aperto il suo cuore e con grande coraggio ha parlato anche delle difficoltà incontrate nella vita, non solo dei successi. Passa in rassegna senza timori il suo rapporto con gli stupefacenti: "Non ho mai usato l’eroina, l’ho sempre detto. Conoscevo il pericolo. Le sostanze che ho usato - dice Vasco a Il Corriere della Sera - le ho prese per fare di più quel che volevo fare, cioè scrivere canzoni e stare sveglio. Negli anni '80 con le anfetamine ho preso il volo, ma ero sempre cosciente. Ho sempre usato le sostanze e non mi sono mai fatto usare da loro".

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Vasco Rossi affronta anche i temi della stretta attualità. A preoccuparlo sono diverse cose: "Dappertutto vedo il trionfo di questo populismo, di questo raccontare balle continuamente, dove contano solo le fake news. Ci stanno rimbambendo e già prima lo eravamo un bel po', ma adesso con i social la gente si è incattivita. La pandemia ha fatto esplodere questo delirio totale collettivo e io sono allibito. Poi - prosegue Vasco - sono preoccupato dall'Intelligenza Artificiale, credo che l’homo sapiens non abbia l’equilibrio necessario per gestire certe cose".

La guerra "andrebbe bandita dall’umanità", dice Vasco: "Il delirio completo che sta succedendo in Palestina non è accettabile, ma secondo me la guerra dovrebbe diventare un tabù. Quando uno dichiara guerra, andrebbe messo subito in manicomio".

Alla nostra premier, invece, durante i suoi show intende dedicare Asilo Republic: "L’ho scritta 40 anni fa, ma oggi è molto attuale. Adesso è il momento di Giorgia che dice che ci vuole più ordine e disciplina, quindi la cito dal palco — anticipa Vasco —. La canzone era un’allegoria degli anni 70, ma contiene concetti calzanti adesso che c’è questa direzione verso un certo tipo di autoritarismo e le libertà vengono derise. Il problema è questa derisione continua, tipica di quella che c’era negli Anni 20. Io vedo delle somiglianze notevoli".

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