Attentato Trump effetto di odio politico: i sx dem lo hanno reso bersaglio
I sinistri democratici di quest’epoca buia dell’Occidente hanno demonizzato il loro nemico di turno trasformandolo nel bersaglio di uno squinternato
Attentato a Trump un effetto di odio politico: così i sinistri democratici lo hanno reso bersaglio
Ed ecco uno degli effetti dell’odio politico: l’attentato a Trump. Che sia o meno simpatico e che si condividano o meno le sue idee (per altro poche e ridondanti di borghese superbia e denaro), i sinistri democratici di quest’epoca buia dell’Occidente hanno, ancora una volta, demonizzato il loro nemico di turno trasformandolo nel bersaglio di ogni possibile squinternato. E lo hanno fatto con il solito ringhio sbavante, urlato e sordo.
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Lo stesso ringhio con cui hanno sbandierato il pericolo fascista emerso dall’inchiesta di Fanpage: la gioventù meloniana fascista. Dopo aver traccheggiato, dandosi di gomito, e mai condannando apertamente le affermazioni di quel “professorone” e grande educatore secondo cui “I neonazisti vanno picchiati, io insegno a scuola e penso sia giusto picchiarli”. Incapaci di autoironia sorridente, non si sono neppure accorti (o non hanno voluto) del tono autocanzonatorio e goliardico che emergeva dalle frasi dei “giovani fascisti”, connotate da risate che stridono con l’ipotizzabile stato d’animo di potenziali terroristi neri.
Questi sinistri democratici, evidentemente, hanno ancora la testa piena del frullato delle culture “anni ‘60”: la cattolico-democratica post-conciliare, la marxista-leninista (con echi operaisti) e la New Left americana d’impianto underground. Da questa situazione di piena confusione ideologica non sono ancora usciti e, anzi, hanno complicato il minestrone con le esigenze dei libertari della sessualità, dei promotori multiculturali del political correct, della componente estremista degli ambientalisti, delle femministe rivoltose e degli immigrati clandestini.
Come dicono taluni filosofi moderni, l’Occidente è in un clima di generale anestesia morale, di profondo disorientamento, malgrado tutte le parole d’ordine in uso in una società dei consumi e della democrazia: il cedimento del carattere e di ogni vera dignità, il marasma ideologico, la prevalenza dei più bassi interessi, il vivere alla giornata, stanno a caratterizzare, in genere, l’uomo occidentale contemporaneo.
E se così è, i sinistri democratici e i loro servi sciocchi e adoranti, si devono rassegnare. Malgrado i pregiudizi, le persecuzioni, le mazzate “democratiche”, le inchieste che fanno rabbrividire di sdegno questi ipocriti benpensanti, ci saranno sempre giovani, uomini e donne che avranno voglia di rialzarsi, di risorgere interiormente, di darsi una forma, di creare in sé stessi un ordine e una dirittura. Magari utilizzando cianfrusaglie storiche superate dai tempi, ma utili a fungere da punti di riferimento, da simboli per riconoscersi. E ci saranno sempre, per riappropriarsi di una “Umanità”, forse non condivisa da tanti, ma non siamo in democrazia? O dobbiamo picchiarli come afferma il “professorone” sopra citato?
Insomma, ci saranno sempre quelli che sanno essere fedeli a un Amore, a un’Idea; che non usano l’asterisco, lo schwa o altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili; che vagheggiano una famiglia con una Mamma e un Papà; che sanno apprezzare una pubblicità senza bisogno che gli interpreti siano necessariamente africani od omosessuali; che pensano ancora che la lealtà e il coraggio sono ancora Valori indispensabili in una società civile; che sono convinti che il più forte è nobile solo se tutela i più deboli; che credono nell’educazione e nella cavalleria, nel merito e nella sanzione; che si sentono avversari di molti ma non odiano nessun*.