Auto elettriche, è guerra Ue-Cina. Ursula alza i dazi, Xi prepara la vendetta

Bruxelles lancia un'indagine contro i sussidi governativi alle case automobilistiche cinesi, Pechino prepara ritorsioni. Europa a picco in una nuova trade war

di Redazione Esteri
Un modello di BYD
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Spettro trade war tra Unione Europea e Cina: parte tutto dalle auto elettriche

"Un atto di palese protezionismo mascherato dalla difesa della concorrenza leale". Dura reazione della Cina all'avvio dell'indagine dell'Unione europea sul sostegno statale ai produttori di veicoli elettrici. In una nota, il ministero del commercio di Pechino ha avvisato che il possibile innalzamento dei dazi "perturberà e distorcerà gravemente la catena globale dell'industria automobilistica e la catena di fornitura, anche all'interno dell'Ue, e avrà un impatto negativo sulle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Ue".

Non solo. Il governo cinese avvisa che ci sarà un impatto negativo sulle relazioni bilaterali. E minaccia già ritorsioni. Pechino potrebbe inserire paletti alle importanti forniture di materie prime e componenti per l'industria auto, ma anche limitare l'accesso delle imprese europee ai suoi consumatori. Particolarmente esposte le case automobilistiche tedesche, che hanno nella Cina un mercato cruciale.

Avvertimenti anche dai media statali, Il Global Times sostiene che "l'Europa ha parua della concorrenza cinese" e sostiene che i vantaggi di prezzo dei produttori cinesi non sono il risultato di sussidi governativi, quanto di condizioni favorevoli su catena di valore, tecnologia e infrastrutture. Un vantaggio che ha portato le case cinesi a dominare il mercato. Secondo i dati della China Passenger Car Association, nella prima metà dell'anno le aziende cinesi hanno esportato quasi 350.000 veicoli elettrici in nove Paesi europei, più di quanto abbiano esportato in tutto il 2022.

Negli ultimi cinque anni, le importazioni di auto cinesi nell'UE sono quadruplicate. Secondo le stime, potrebbe portare le case automobilistiche cinesi a raddoppiare entro il 2025 la quota del mercato europeo, attualemnte all'8%. Secondo una recente stima di UBS, entro il 2030 le case automobilistiche cinesi potrebbero veder raddoppiare la loro quota di mercato globale dal 17% al 33%, con le aziende europee che subiranno la maggiore perdita di quote di mercato.

Secondo Bloomberg, l'indagine europea (che durrerà fino a 9 mesi) potrebbe portare a tariffe vicine al 27,5% già imposto dagli Stati Uniti. Lo scenario ha avuto dei contraccolpi sui titoli delle aziende cinesi del settore. BYD, principale produttore di auto elettriche cinese e sostenuta da Warren Buffett, ha chiuso in calo del 2,8%, Xpeng è scesa del 2,5%, mentre Nio è scivolata dello 0,9%. BYD punta a raddoppiare il numero dei suoi partner concessionari in Europa fino a 200 quest'anno, ha dichiarato Li Yunfei, portavoce di BYD, ai giornalisti la scorsa settimana. L'azienda prevede di aumentare le vendite all'estero a 250.000 veicoli nel 2023, rispetto ai 55.916 del 2022.

Il tema sarà al centro del dialogo economico-commerciale di alto livello tra Unione e reopa e Cina, in programma per il 25 settembre. Secondo i dati doganali cinesi, nel 2022 le esportazioni cinesi verso l'Ue sono aumentate dell'8,6%, raggiungendo i 562 miliardi di dollari. Ma le importazioni dall'Ue sono crollate del 7,9% a 285 miliardi di dollari a causa dell'indebolimento della domanda cinese, ampliando notevolmente il deficit commerciale dell'Ue con la Cina per il secondo anno.

Il dossier auto elettriche rischia non solo di non favorire il riequilibrio della bilancia commerciale, ma anzi di avviare una trade war molto insidiosa in un momento in cui la crescita globale è già a rischio.

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