Biden accusato di corruzione. I Repubblicani: una fonte ha depositato le prove
Secondo uno dei capi della Camera USA vi sarebbe un’indagine per corruzione su Biden che coinvolge "società di comodo"
Biden accusato di corruzione. Per i Repubblicani una fonte ha depositato un documento all’FBI. Negli Usa continua lo scontro istituzionale. Biden ha un conflitto di interessi in Ucraina?
Una nuova accusa di corruzione sarebbe caduta sul presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Nelle ultime settimane un informatore di rilievo avrebbe depositato all’FBI un documento chiave che proverebbe una corruzione per 5 milioni di euro, con società di comodo provenienti da varie parti del mondo.
Il presidente del comitato per la supervisione della Camera dei rappresentanti, il repubblicano James Comer, ha prima annunciato di voler avviare un procedimento per oltraggio al Congresso contro il direttore del Federal Bureau of Investigation (FBI), Christopher Wray, che gli negava l’accesso al documento (come era nelle sue facoltà) e poi ha spiegato la gravità della situazione. L’FBI, sotto il controllo del ministero della Giustizia, è stata accusata da Comer di non essere più imparziale. Ma la fonte, che ha depositato il documento, sarebbe un informatore fidato, considerata altamente credibile dall’FBI stessa, al punto da essere stata pagata profumatamente in passato.
Negli Usa si vota per il prossimo presidente a novembre del 2014, quindi il contesto resta scivoloso e incandescente. Per i Democratici l’accusa sarebbe infondata e parte di una precedente denuncia di Rudolph Giuliani (ex sindaco di New York e legale nel team dell’ex presidente Donald Trump). Ma Comer ha ribadito che “le affermazioni fatte nel documento sono coerenti con ciò che abbiamo trovato e divulgato a tutti voi in Romania. Suggerisce un modello di corruzione in cui i pagamenti sarebbero effettuati tramite conti fittizi e più banche". Ed ha aggiunto: “C'è un termine per questo, si chiama riciclaggio di denaro... Quindi riteniamo che questa accusa sia coerente con un modello che stiamo vedendo, francamente, in altri Paesi".
Il riferimento neanche troppo velato è all’Ucraina. Una fonte a conoscenza del contenuto del documento ha detto al New York Post che altri nomi sarebbero stati presenti nell’atto ma cancellati dal file che l'FBI ha portato al Campidoglio, ad eccezione di quello dell’attuale presidente Biden.
Venerdì una fonte, ritenuta attendibile, ha riferito sempre al New York Post che le informazioni fornite all'FBI sarebbero indipendenti dalle denunce precedenti di Giuliani, ma che non è chiaro se gli interventi di questi abbiano indotto l'FBI a rivalutare una pista precedente considerata. Nel caso rispunta anche la posizione del primo figlio di Biden, Hunter, profumatamente pagato per aver lavorato, dal 2014 al 2019, nella società ucraina di gas naturale Burisma. La questione a monte è il presunto conflitto di interessi di Joe Biden durante il mandato Obama, essendosi da vice presidente degli Stati Uniti occupato del gas ucraino.
Comer ha anche riferito di presumere che vi sia un’indagine attiva nello Stato americano del Delaware, dove il procuratore degli Stati Uniti David Weiss sta conducendo un'inchiesta su Hunter Biden per presunte frodi fiscali, attività di lobbying straniera illegale e altri crimini. Non è chiaro in cambio di quali favori il presidente Biden possa aver ricevuto le somme indicate. E Comer ha rinnovato le accuse, nonostante, le smentite e le critiche dei Democratici che appoggiano Biden, sostenendo: "Data la gravità e la complessità delle accuse contenute in questo documento, il Congresso deve indagare ulteriormente... gli americani hanno perso la fiducia nell'FBI e nella sua capacità di far rispettare la legge in modo imparziale e chiedono risposte, trasparenza e responsabilità”.
Ora si tratta di capire se siamo di fronte al solito scontro istituzionale senza esclusione di colpi, a cui da anni si assiste, o a un caso fondato che riapre definitivamente il dossier conflitto di interesse dei Biden. Molto si comprenderà dale rilevazioni del documento depositato dell’informatore dell’FBI. Se questo finisse nelle mani dei giornali il dibattito potrebbe esplodere il fretta facendo uscire, pro o contro Biden, la questione dalle secche degli ultimi anni, restituendo un po' di chiarezza e trasparenza alla malandata democrazia USA.