Bitcoin, crollo storico: El Salvador continua a comprarli e li usa come moneta

La moneta digitale è caduta al livello più basso da 16 mesi, il governo centroamericano ne approfitta per acquistarne a palate. Ma ora rischia il default

Esteri
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Bitcoin, continua il crollo ai minimi da 16 mesi

Il bitcoin continua a crollare. Nelle scorse ore ha toccato i livelli minimi degli ultimi sedici mesi. Un disastro a livello borsistico che però c'è chi prova a evitare muovendosi in maniera politicamente spregiudicata. Si tratta di El Salvador, paese centramericano protagonista di una storia a dir poco interessante. Per alcuni affascinante, per altri inquietante, col destino del leader forte dello stato dell'America centrale che dipende anche dalle fluttuazioni del celeberrimo bitcoin.

Bruciati 200 miliardi di dollari

Partiamo dai dati. In questi giorni le criptovalute sono al centro di una scia di vendite che ha portato al collasso dello stablecoin TerraUSD, precipitato nel giro di 24 ore di quasi il 70%, scatenando il panico nel mondo delle valute virtuali. Secondo il sito CoinMarketCap in un giorno sono stati bruciati qualcosa come 200 miliardi di dollari di valore. Il bitcoin, nel frattempo, è crollato ai minimi degli ultimi 16 mesi, provocando una corsa all'abbandono di asset rischiosi come i titoli tecnologici. La moneta digitale più famosa al mondo è scesa a partire a 26.970 dollari, il livello più basso dal 28 dicembre 2020, per poi attestarsi a 27.870 dollari, il suo minimo da gennaio 2021. Nelle ultime otto sessioni, Bitcoin ha perso un terzo del suo valore (13.000 dollari).

El Savador in controtendenza

Come già accaduto diverse volte in passato, c'è chi fugge, vendendo dopo aver comprato ai massimi, chi tiene la posizione e chi rilancia, comprando a prezzi di saldo convinto che sia solo un passaggio a vuoto. E' il caso di El Salvador, con il presidente Nayib Bukele che ha operato un grande acquisto di Bitcoin per conto del paese da lui stesso guidato. Ha comprato 500 Bitcoin approfittando del prezzo minimo, provando ad approfittare di futuri ipotetici e prevedibili rimbalzi. Ha dobuto infatti sborsare un prezzo medio di poco inferiore ai 31 mila dollari per un acquisto totale di circa 15 milioni di dollari.

Non si tratta di un caso sporadico, ma si inserisce all'interno di una strategia di lunga data approntata dal paese centramericano. Il 9 giugno 2021, il governo di El Salvador ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale la legislazione che rende la moneta digitale Bitcoin ha corso legale nel paese. La legge è entrata in vigore il 7 settembre 2021. El Salvador è il primo paese al mondo paese al mondo a rendere formalmente il bitcoin una moneta a corso legale, è troppo presto per dire quali siano le implicazioni a livello globale, ma una cosa è certa è certo che questo è il primo domino a cadere nell'ambito di una più ampia adozione globale. 

El Salvador intrappolata dalla volatilità del Bitcoin

Bitcoin non è mai stata e non e' una moneta. Esistono negozi e piattaforme che accettano la criptovaluta, ma l'utilizzo come strumento per acquistare beni è marginale. Secondo la maggior parte degli analisti, la volatilità è troppo elevata per garantire la stabilità necessaria a fissare dei prezzi al consumo. L'ultima picchiata è solo una conferma di quanto Bitcoin sia lontano dall'essere un sistema di pagamento diffuso e alternativo alle monete fiat come euro o dollari.

Nonostante le evidenze, El Salvador ha adottato Bitcoin come moneta ufficiale. E adesso che è crollato ha acquistato 500 Bitcoin - il più grande singolo acquisto mai fatto dallo Stato - per rimpinguare le casse pubbliche. La scommessa di Bukele, però, finora non ha completamente pagato. La situazione economica del paese è complicata e il crollo del Bitcoin ha complicato ulteriormente le cose. 

A gennaio 2023 è in calendario la scadenza di un bond da 800 milioni di dollari, col rischio che continua a innalzarsi di un possibile default. Il Fondo Monetario Internazionale si è reso disponibile a dare una mano a El Salvador ma solo qualora il governo di Bukele decidesse di abbandonare il Bitcoin come moneta legale. Secondo il Fmi, infatti, il Bitcoin “espone le casse statali alla volatilità dei prezzi della criptovaluta”. Una posizione adottata e condivisa un po' da tutte le agenzie di rating, che infatti valutano i titoli di El Salvador come "junk", rischio spazzatura.

El Salvador a rischio default. L'Fmi: "Vi aiutiamo solo se mollate il Bitcoin"

Gli alti e bassi del mercato, insieme all'indebolimento delle istituzioni di El Salvador, sono costati al paese il suo rating di credito, che è ampiamente utilizzato dal mercato per definire il rischio di insolvenza del debito. Un rating basso si traduce in un aumento degli interessi che il governo deve pagare ai creditori. Inoltre, un rating "spazzatura", come nel caso di El Salvador, impedisce al paese di accedere ai mercati globali per emettere altro debito.

Il declassamento riflette i maggiori rischi finanziari derivanti da una maggiore dipendenza dal debito a breve termine, dal pagamento di 800 milioni di dollari in scadenza a gennaio 2023, da un deficit fiscale ancora elevato, dall'incertezza su ulteriori finanziamenti multilaterali e dall'aumento dei costi di finanziamento esterni, ha dichiarato Fitch a febbraio. L'agenzia prevede che il debito raggiungerà l'86,9% del prodotto interno lordo (PIL) quest'anno, "sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del debito a medio termine", hanno affermato gli analisti della società.

Ma Bukele non molla e continua a spingere sul tasto del Bitcoin. Per quale motivo? In realtà sono tre. Aumento dell'efficienza delle rimesse internazionali rimesse internazionali, diminuire la percentuale di persone non bancarizzate: circa 70% della popolazione di El Salvador non ha un conto corrente bancario. La tecnologia Bitcoin potrebbe consentire a una parte più ampia della popolazione di popolazione di avere un accesso più facile ai servizi ai servizi finanziari. E,infine, ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense. Esigenza che pare essere comuni a tanti.

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