Canada, la protesta dei camionisti spaventa l'Ue. Macron: incubo gilet gialli

Il "freedom convoy No Vax" arriva in Europa. In particolare in Francia: alla vigilia delle elezioni per l'Eliseo Macron teme il ritorno delle proteste di massa

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Camionisti No Vax, la protesta dal Canada si sposta in Europa

Attenzione al traffico. La protesta dei camionisti No Vax dal Canada è pronta a spostarsi anche altrove. Non solo negli Stati Uniti, come invocato da Donald Trump che sta soffiando sul fuoco, o in questo caso sarebbe meglio dire benzina, per colpire Joe Biden. No, il cosiddetto "freedom convoy" (il convoglio della libertà) sta per arrivare anche in Europa. 

Vi ricordate quando i gilet gialli mettevano a ferro e fuoco Parigi, facendo vacillare il presidente francese Emmanuel Macron? Ecco, potrebbe accadere qualcosa di simile col malcontento popolare che sembra aver trovato una nuova miccia per tornare ad accendersi ed eventualmente a esplodere, proprio alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi. Un bel problema, per l'inquilino dell'Eliseo che aspira ovviamente a restare al suo posto.

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Negli Usa, Donald Trump non ha perso l'occasione per buttare benzina addosso all'ex rivale Justin Trudeau in difficoltà, definendolo "un pazzo di estrema sinistra" ed esortando anche i camionisti americani e canadesi a recarsi anche a Washington "per protestare contro le ridicole misure Covid di Biden". Un tentativo di Capitol Hill bis, insomma. Con il Canada che intanto si spacca e si polarizza sempre di più. 

Come la protesta dei camionisti canadesi, innescata dall'obbligo di vaccino anti-Covid per le tratte transfrontaliere, la contestazione si candida a diventare anche altrove un catalizzatore di malcontento dal respiro più ampio, come furono i gilet gialli francesi. Sui canali Telegram legati alla mobilitazione viene annunciata una grande giornata di manifestazioni il 14 febbraio. Uno in particolare, 'Euro Convoy', fornisce i link a tutti i gruppi a carattere nazionale sotto lo slogan "hanno provato a incatenarci ma non abbiamo padrone".

Terrore gilet gialli per Macron prima delle elezioni francesi. Ma attenzione anche all'Italian Freedom Convoy

Oltre al Canada e ai Paesi del vecchio continente, ci sono anche Usa, Brasile, Australia e Israele. I canali locali contano decine di migliaia di iscritti. Quello italiano, 'Italian Freedom Convoy', ne ha oltre 17.600. Appare evidente come dietro alle riedizioni europee dei "convogli" si celi anche la variegata galassia di attivismo sorta contro le restrizioni sanitarie. No vax, libertari, estrema destra, sinistra radicale e movimenti identitari tra i più disparati.

In che modo potranno svilupparsi le proteste? La struttura dei centri delle città europee rende difficile immaginare colonne di mezzi pesanti che assediano i palazzi governativi come a Ottawa. E' possibile che, accanto a cortei più tradizionali, si verifichino blocchi delle principali arterie all'esterno dei centri urbani ma non sono state annunciate iniziative specifiche, sebbene tra i francesi si discuta anche dell'occupazione delle tangenziali.

Il canale francese contiene peraltro un'accurata mappa di tutti i punti di raccolta nelle varie città transalpine, con tanto di orari. "Convoy France Officiel" promette già da mercoledì "convogli", non solo camion ma automobili in condivisione, che dovranno radunarsi a Parigi venerdì sera per chiedere il "rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali". Sono quindi possibili disordini già dalla giornata di sabato. Le autorità hanno assicurato di prendere seriamente una protesta che, per stessa ammissione di alcuni aderenti, raccoglie il testimone dei "gilet gialli". Anche in quel caso, una mobilitazione sorta da un motivo preciso, il rincaro del carburante, si trasformò in una più vasta contestazione delle politiche del governo.

Camionisti No Vax, la mappa delle proteste

Attenzione non solo alla Francia ma anche ai Paesi Bassi, teatro di alcune delle manifestazioni No Vax e No Pass più violente. Cerchiolino rosso su sabato 12 febbraio, che si preannuncia come una giornata campale anche ad Amsterdam. Ma anche su lunedì 14 febbraio, quando dimostranti da tutta Europa, a partire da quelli raccolti in Francia e Olanda, si daranno appuntamento a Bruxelles per una "convergenza europea".

Tre anni dopo i gilet gialli la rabbia è ancora maggiore, alimentata non solo dalle restrizioni sanitarie ma dall'impatto economico e occupazionale della pandemia e dei confinamenti. Il malessere di parte dei ceti popolari e delle ex classi medie impoverite d'Europa ha trovato un nuovo simbolo sotto il quale raccogliersi: una bandiera canadese, con un cuore stilizzato al posto della foglia d'acero, che gli attivisti invitano a far girare dovunque. 

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