Case green, ok definitivo del Parlamento Ue alla direttiva
Il testo approvato con 343 voti, nella sostanza, è quello licenziato dalla commissione parlamentare Industria
Case Green, il Parlamento Ue approva il mandato negoziale su performance energetica. Insorgono FdI e Lega, Italia contraria
Il Parlamento europeo approva la direttiva case green. Dopo che la discussione degli scorsi giorni aveva mostrato crepe nella maggioranza a sostegno della direttiva, il voto della Plenaria di Strasburgo di oggi, 14 marzo, ha visto comunque i sì prevalere sui voti contrari: il testo della commissione Itre (relatore, l’irlandese Ciaran Cuffe) è passato con 343 sì, 216 no e 78 astenuti. L'Italia rimane contraria.
Case Green, il Parlamento Ue approva la direttiva. Ora il testo in Commissione e Consiglio
Il testo approvato, con due emendamenti contrari alla linea del relatore, è quello licenziato dalla commissione parlamentare Industria, e prevede la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’obiettivo della direttiva è di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat).
Non è l’atto finale: manca ancora il trilogo, la fase di negoziati tra istituzioni europee (Consiglio e Commissione) che porterà al testo definitivo.
Case green, Lega: da Ue attacco dal nostro Paese, battaglia non finisce qui
Nessuna proposta migliorativa al testo accolta, provvedimento da bocciare senza se e senza ma
“L’Ue guidata da una sinistra sempre più ideologica e distante dalla realtà dà il via libera a un attacco alle case degli italiani. Il Parlamento europeo approva la direttiva casa, un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo, un’europatrimoniale nascosta portata avanti senza minimamente tenere conto delle peculiarità del patrimonio edilizio del nostro Paese, né prendere in considerazione le istanze delle categorie interessate. Nessuna delle modifiche apportate rende il testo più accettabile. La Lega, oltre alla proposta di reiezione della direttiva per ripartire da zero, ha presentato emendamenti di buonsenso e migliorativi del testo: la maggioranza, accecata dall’ideologia green, non ci ha ascoltato. Un duro colpo all’Italia, alle nostre imprese e ai nostri lavoratori, cui vengono imposti dall’alto nuovi oneri e nuove imposizioni, con costi di decine di migliaia di euro sulle spalle di ogni famiglia italiana: e questa sarebbe la ricetta di Bruxelles per ridurre il caro bollette? Siamo tutti a favore della tutela dell’ambiente e tutti condividiamo gli obiettivi, ma questa non è la soluzione e tempi e modi sono inaccettabili. Come già per il bando alle auto 2035, auspichiamo che i negoziati possano mettere argine e fermare questa eurofollia: la battaglia per difendere le case degli italiani non finisce qui”.
Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Campomenosi (capo delegazione), Marco Zanni (presidente gruppo Id), Isabella Tovaglieri (relatrice ombra del provvedimento) e Paolo Borchia (coordinatore Id in commissione Itre).
Salvini: non si tocca - "Un'altra direttiva sulla testa e sul portafoglio di 8 milioni di famiglie italiane, una mazzata economica in un momento di grande difficolta' per tanti. Si' ad incentivi, ma no penalizzazioni e divieti. La Lega cerchera' di bloccare e modificare questa ennesima imposizione di Bruxelles contro il patrimonio immobiliare e culturale del nostro Paese. La Casa non si tocca". Lo scrive su Facebook il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
Foti (FdI): testo votato inaccettabile per Italia - "L'efficientamento energetico votato dal Parlamento europeo altro non è che una patrimoniale nascosta alla quale ci opporremo con determinazione per tutelare la sacralità della casa. Pur essendo un obiettivo condivisibile, non riteniamo corretto che a farne le spese siano i cittadini facendosi carico di costi ingenti per adempiere alla direttiva. Tempi sbagliati e troppo stringenti, poca chiarezza sugli stanziamenti previsti e nessuna differenza tra i vari Stati membri, sono caratteristiche che rendono questo testo inaccettabile per la nostra Nazione". Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati.