Abedini scarcerato e già tornato in Iran, ecco perché Nordio ha accelerato i tempi

L'intrigo internazionale dietro al caso Cecilia Sala

di Redazione Esteri
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Caso Cecilia Sala, Abedini scarcerato: il patto delle cento ore tra Italia e Iran

Il caso Cecilia Sala si è ufficialmente chiuso, la giornalista italiana è stata liberata dal famigerato carcere di Evin in Iran ed è tornata a casa sua da cinque giorni, tornando alla sua vecchia vita con una gran voglia di voltare pagina ma anche di continuare a fare il suo mestiere. Ma per concludere veramente questa vicenda, diventata un intrigo internazionale, mancava ancora un tassello fondamentale, la liberazione dell’ingegnere Mohammad Abedini-Najafabani. Ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha deciso di fare la sua mossa e ha firmato - riporta Il Corriere della Sera - la richiesta di annullamento della misura cautelare nei confronti dell’iraniano lasciando all’oscuro la Corte d'Appello, vale a dire l’ufficio addetto. Si tratta di un fatto del tutto inedito per la burocrazia ministeriale.

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Abedini è immediatamente rientrato in Iran e questa accelerata del Guardasigilli svela che il patto tra Italia e Teheran non poteva rischiare di saltare per un provvedimento giudiziario sul quale non c’era alcuna certezza dell’esito, e Abedini doveva uscire subito di galera. Non in contemporanea con Cecilia Sala, per non offrire all’opinione pubblica nazionale e mondiale - prosegue Il Corriere - l’immagine di uno scambio di prigionieri da tempo di guerra, ma in differita, a un centinaio di ore di distanza fra l’una e l’altro. I giudici, infatti, avrebbero deciso solo sulla base delle carte giunte finora dagli Usa (il mandato d’arresto internazionale e i capi d’accusa, più le considerazione sul pericolo di fuga, debitamente trasmesse a Milano proprio dagli uffici di Nordio) e di quelle prodotte dall’avvocato a sostegno della sua istanza.

Dunque porte aperte a lui e porte chiuse agli Usa, che in cambio avranno avuto (o avranno) qualcos’altro. Forse i segreti che Abedini custodiva nei telefoni, nei computer e nei dispositivi elettronici — connessi al suo lavoro di progettista e commerciante di droni — sequestratigli al momento dell’arresto. E che se pure gli saranno restituiti, non resteranno segreti solo suoi.

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