Chi è Claudio Locatelli, giornalista in Ucraina e combattente contro l'Isis
Il "media attivista" non si limita a raccontare le cose, ma vuole anche aiutare la gente, come ha fatto con Claudio Cisternino
Chi è il reporter di guerra che sa anche usare il kalashnikov
“Claudio Locatelli, giornalista combattente” è il nome che ha scelto per la sua pagina ufficiale su Facebook e non potrebbe essere più calzante. Il giornalista freelance bergamasco non è “solo” un inviato di guerra, ma ha anche scelto di imbracciare il kalashnikov per combattere l’Isis: testimoniare gli orrori non gli bastava più, ha voluto passare all’azione.
Claudio Locatelli e quella bestemmia in diretta
Oggi lo vediamo sugli schermi di La7, intento a raccontare la guerra in Ucraina. La situazione è talmente difficile da avergli provocato un clamoroso infortunio, per fortuna non fisico: per lo spavento provocato da un improvviso colpo di mortaio, gli è scappata una bestemmia. Decisamente più edificante è stata la missione che ha portato a termine per consegnare degli aiuti a Claudio Cisternino, italiano rimasto intrappolato dall’offensiva russa e in seria difficoltà con il suo canile.
Dall’Afghanistan all’Ucraina
Trentacinquenne residente a Padova, Claudio Locatelli è specializzato in questioni internazionali ed appassionato di psicologia del terrorismo. La sua precedente missione è stata in Afghanistan, dove ha raccontato il ritorno al potere dei talebani, riuscendo anche ad intervistare Zabihullah Mujahid, portavoce dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan.
In precedenza è stato in Siria, ma anche ad Amatrice, dove ha documentato la tragedia del terremoto, e in Veneto per raccontare l’alluvione, senza esimersi anche in quei caso dal prestare un aiuto diretto. Autore del libro “Nessuna resa”, premiato dall’European Youth Press, per mantenere la sua indipendenza Claudio Locatelli ha scelto un modo semplice: il crowdfunding attraverso i social, attraverso il quale molti follower hanno scelto di sostenere anche economicamente il suo impegno, evidentemente apprezzando il suo lavoro di reporter, tanto coraggioso quanto qualitativo.
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