Libri & Editori
Il mio miglior amico è vivo nonostante Speranza
Esperti e autorità finalmente riconoscono che qualcosa non torna nel bilancio di morti e positivi su cui hanno costruito un regime di emergenza continua
Chi crede di possedere la verità è nemico del dubbio, del dialogo, della discussione
Mariano Bizzarri, professore di Patologia clinica alla sapienza di Roma, coordinatore del System biology group laboratory, ha da poco pubblicato il libro Covid-19: un'epidemia da decodificare. Tra realtà e disinformazione.
Bizzarri, scienziato vero con le mani in pasta e non per sentito dire, autore di studi facilmente rintracciabili e diversi leggibili in rete, quindi persona seria e inattaccabile, ha chiamato, non a caso, Massimo Cacciari a scrivere, per questo suo libro, un saggio sulla pandemia. Un filosofo portato a esempio, anche su questo giornale, come persona culturalmente e moralmente adatta a ridare equilibrio e lungimiranza alla rotta della barca Italia. Scelta molto eloquente, di un colto coraggioso e controcorrente, massacrato, come pochi, dagli improvvisati tuttologi arroganti e dilaganti nelle inguardabili esecuzioni pubbliche televisive.
Contenuto del libro (voce unica riportata fino a oggi, 2/4/22, in tutti i siti di vendita):
"L'emergenza nata con l'epidemia da Covid-19 sembra poter giustificare ogni arbitrio, pretendendo di basarsi sul possesso di verità scientifiche incontrovertibili. Ma chi crede di possedere la verità è nemico del dubbio, del dialogo, della discussione. Esperti e autorità stanno finalmente riconoscendo che qualcosa non torna nel bilancio di morti e positivi su cui hanno costruito una narrativa funzionale alla instaurazione di un regime di emergenza continuata.
Ma dietro tutto questo - partendo da come è nato il virus tra le nebbie di Wuhan fino a come ci si è attrezzati per affrontarlo - crescono dubbi e preoccupazioni. Nel frattempo, mentre l'epidemia procede per suo conto sfornando varianti meno aggressive, stanno emergendo dati nuovi che suscitano inquietudine circa gli effetti avversi da vaccino, in special modo se riferiti alle fasce più giovani della popolazione, quelle che - per definizione - meno hanno da temere dall'infezione da Covid-19. Qualcuno dovrà risponderne. Dovrà decodificarne ogni aspetto. Ci attende un vero e proprio tsunami di disperate razionalizzazioni, faticose negazioni, spudorati tentativi di modificare le responsabilità e altre forme di inverosimili tentativi di difesa dell'indifendibile. Ma alla fine, la verità salterà fuori."
Saggio di Cacciari.
Riflettiamo su queste sue parole: "... a fronte di dati incontrovertibili, sempre più suffragati da miriadi di ricercatori (la letteratura scientifica internazionale cui il libro si fonda è ultraesauriente) le politiche seguite hanno insistito sull'unico fronte delle chiusure, degli obblighi urbi et orbi, della vaccinazione di massa (la domanda varrebbe anche se l'efficacia del vaccino fosse assoluta?). Ci si trova quasi di fronte a un riflesso condizionato. ... il fenomeno della paura ... che implica il fuggire di fronte al pericolo, non di affrontarlo... la fuga che abbiamo sperimentato, il precipitarsi cioè, per la via di fuga: blocchi e inflazione caotica, irrazionale di norme, a prescindere da ogni altra valutazione di ordine giuridico, sociale, culturale (valutazioni sempre inascoltate o avertite con assoluto fastidio). La via "autoritaria" è in questo caso l'espressione di una profonda crisi del "sovrano", non di una sua precisa volontà, tantomeno di una strategia politica."
Parole che sono il succo delle sue premesse, per arrivare a sostenere che questa crisi del "sovrano" da un verso può essere rassicurante, perché implica una deresponsabilizzazione, facendo subentrare al comando, il "meccanismo", "dall'altro indica un pericolo ancora maggiore per lo Stato di diritto, così come finora lo si è inteso (frainteso)" (espressione di Cacciari).
Conclusione del filosofo: "Se è il "meccanismo" a comandare, che potere possono avere le tradizionali forme di organizzazione politica, sempre strettamente connesse a logiche identitarie? Parlo dell'evoluzione "naturale" dei sistemi politici verso forme in cui la procedura tecnico-amministrativa fagocita in sé la rappresentanza politica, fino all'identificarsi delle due dimensioni."
E così il profondo e attento filosofo arriva (come poteva non arrivarci?) alla conclusione attribuita al grande storico ottocentesco, Jacob Burckhardt, studioso dei processi politici e sociali, sostenendo che la negazione della complessità è l’essenza della tirannia, come ha ricordato, recentemente, il neo Nobel Giorgio Parisi, all'Accademia dei Lincei.
Affidarsi al "meccanismo" come ha fatto il governo sotto scacco grazie a Speranza, Mattarella, Conte e Draghi, è stato un negare la complessità del problema e della situazione, dall'inizio fino alla fine. I risultati sono il succo del libro di Bizzarri e l'intervento di Cacciari costituisce la condanna della Ragione, sul "meccanismo" seguito a macchinetta. Non è facile immaginare lo sdegno di chi, vivendo quotidianamente nel mondo scientifico attivo, ha dovuto ascoltare ciarlatani come Speranza, Matterella, Conti e Draghi, avere in bocca sempre la "scienza", arrivando a parlare, (il vero colmo!) di deriva antiscientifica dei dubbiosi. Peccato che non ci sia un Dante redivivo che condanni, in particolare, l'amatissimo bis-presidente ad essere sommerso, all'inferno, da cori assordanti di pernacchie!