Crisi Vaticano-Israele: dietro la sparata di Parolin il duo Bergoglio-Zuppi
Mandato avanti il “soldato Parolin” prontamente impallinato da Gerusalemme
Crisi Vaticano – Israele, l’accusa dei cristiani al popolo ebraico di essere “deicida”
Ieri avevamo scritto della uscita, significativamente all’inizio della Quaresima e in pieno stile doroteo, del Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: il porporato ha cercato di apparire equo ma ha poi rifilato una bastonata ad Israele e non ad Hamas, cosa non certo sfuggita a Gerusalemme.
L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Raphael Schutz ha prontamente reagito: “È una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate».
Schutz ha inoltre sostenuto che la costruzione di quella che ha definito una “infrastruttura terroristica senza precedenti” è stata attivamente sostenuta dalla popolazione civile locale ed è questo il punto di difesa di Israele. Non si tratta solo di Hamas.
Che la questione sia molto importante lo dimostra il fatto che ieri addirittura il direttore dei media vaticani
L'ambasciata di Israele si corregge: "La dichiarazione di Parolin 'sfortunata'" "ln riferimento al comunicato Stampa del 14 febbraio scorso si desidera precisare che il comunicato originale era in lingua inglese e successivamente è stato tradotto in italiano. In inglese il comunicato, in riferimento alle parole di Sua Eminenza il Cardinale Parolin, così recitava: 'It is a regrettable declaration'. Nella traduzione in italiano è stata scelta la parola 'deplorevole' che poteva anche essere tradotta in modo più preciso con 'sfortunata'". E' quanto afferma in una nota l'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede che ieri aveva diffuso il comunicato in italiano. |
Andrea Tornielli sia tornato sul tema firmando un editoriale di fuoco sull’Osservatore Romano: “Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime; il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina”.
Posizione questa che è oltre quella del Segretario di Stato che aveva usato toni più soft. Che sia intervenuto Tornielli -che ha una posizione istituzionale- e non il direttore responsabile Andrea Monda la dice lunga sull’importanza del tema.
La posizione di Israele è ben rappresentata invece da questa intervista che ho fatto poco tempo fa all’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar: Ma il punto fondamentale è che sia Parolin che Tornielli parlano a nome e per conto di Papa Francesco che ha scelto ora di appoggiare pienamente Hamas contro Israele.
Da considerare che stranamente quello che finora è stato il vero Segretario di Stato vaticano, Matteo Zuppi, improvvisamente tace.
Infatti hanno mandato avanti il “soldato Parolin”, prontamente impallinato da Gerusalemme.
Zuppi invece pare scomparso. Ma un motivo c’è. Zuppi è il vero e unico ispiratore della politica estera vaticana ed è da sempre legato alla Comunità di Sant’Egidio che è storicamente filopalestinese e di “sinistra”, grazie anche all’apporto ideologico di Monsignor Vincenzo Paglia.
Ma la mossa di Bergoglio è quanto meno avventata e rischia di riaprire vecchie ferite del passato quando i cattolici consideravano il popolo ebraico un popolo “deicida” per aver ucciso il figlio di Dio.
Tuttavia il cristianesimo non è una nuova religione. Possiede in comune con il popolo ebraico l’Antico Testamento. Così facendo Francesco getta benzina sul fuoco, complicando nel contempo il processo di pace.